Giaccherini, gol alla Totti «Mi disse: vai al Chievo»
L’incontro:«Eravamo nello stesso villaggio e mi suggerì di venire qui»
Quando Francesco Totti rifilava alla Sampdoria la stessa sberla - era il 2006 ed era una di quelle sberle che ti lasciano ebete e rintronato Emanuele Giaccherini macinava chilometri silenziosi sui campi di C2 col Bellaria Igea Marina. «Quel gol lo vidi in tivù, avevo 21 anni, rimasi come tutti a bocca aperta. Poi contro Francesco ci ho giocato. Fino a conoscerlo quest’inverno, in vacanza alle Maldive, eravamo nello stesso villaggio. Io gli ho chiesto come si trovava nella nuova vita da manager, lui m’ha domandato se andavo via dal Napoli e quando gli ho detto della trattativa col Chievo mi ha dato un consiglio: “Se hai la possibilità vacci, al Chievo, e divertiti”. Aveva ragione...». La ragione, spesso, sta dalla parte della qualità. E la qualità di Emanuele Giaccherini, 33 anni, ex azzurro e Juventus, Napoli, Bologna, Sunderland, Cesena, 136 partite e 22 gol in A, sta contribuendo ad avvicinare il Chievo a una salvezza maledettamente complicata.
Una salvezza, Giaccherini, ch’è un po’ più lì dopo il 2-1 sul Bologna al Dall’Ara, rimonta iniziata da quel suo calco di uno dei capolavori di Totti: Castro scodella e lei incrocia al volo di sinistro...
«Premesso che la vittoria vale di più, e non è una frase fatta, devo dire che sinceramente sì, è stato un gol bellissimo. Ho deciso di calciare quando ho visto che Castro mi metteva quella palla. Sentivo che poteva andare anche perché col corpo ero messo nella posizione giusta per coordinarmi. È stata una cosa istintiva. E c’è stata pure della fortuna: magari prendi la palla un centimetro più sopra o più sotto e la mandi in curva».
A febbraio, dopo quella punizione scacciacrisi contro il Cagliari, le avevamo chiesto i suoi tre gol più importanti:
ora le chiediamo i tre gol più belli...
«Quello di Bologna al secondo posto. Al primo la rete al Belgio, Euro 2016: lì c’è tutto, gesto completo, corsa, stop e tiro. Paradossalmente a Bologna è stato più “facile”». La buttiamo lì: terzo, quello all’Arsenal da fuori area, col
Sunderland, nel 2014?
«Altro cui sono affezionato. Ma no, ne scelgo uno complicato, al Verona, qui al Bentegodi, due stagioni fa, in maglia
Bologna, cross dalla sinistra e girata di controbalzo». Complicata, poi bellissima, la domenica al Dall’Ara...
«C’è stata un po’ d’ansia nel nostro brutto inizio. Lo stesso Bologna non ci ha regalato niente. Tanto che a Walter Zenga (“fatalità ora iniziano a vincere tutte le altre”, la puntura del tecnico del Crotone, ndr) vorrei far vedere la partita in replica, così si rende conto di quanto ce l’abbiano fatta sudare. All’intervallo, col Cagliari che vinceva, ci siamo resi conto ch’eravamo virtualmente in B. E allora ci siamo detti: ora mostriamo di avere motivazioni ben più alte». Da lì il suo graffione e quello d’Inglese...
«Altro gran gol, Roby. Gli parlo spesso, cerco di fargli capire quanto è forte, perché lui ancora non lo sa e secondo me il passo avanti è prenderne coscienza. Andrà al Napoli, a fine stagione, e, davvero, può fare bene anche lì». Anche lei vede in Stepinski il successore di Inglese?
«Mariusz ha fame di migliorarsi e di segnare. Vedo uno che in prospettiva, se continua a farsi trovare pronto, può diventare veramente importante». Ora il Benevento: pari o vittoria e sarà salvezza...
«Loro stanno bene di fisico e sono sgombri di testa. Noi non dobbiamo ripetere l’errore di Bologna, perché abbiamo sprecato troppe energie pensando agli altri risultati. Concentriamoci solo su di noi e porteremo sicuramente a casa ciò che serve». Scenario: il Chievo si salva... Giaccherini rimane?
«Dobbiamo solo mettere nero su bianco. Io ho la parola del presidente, lui ha la mia. Qui sto bene io e sta bene la mia famiglia: spero di finire la carriera al Chievo».
Dicono che al Dall’Ara ho segnato come Totti alla Samp? All’epoca ero in C2, nel Bellaria, quel gol lo vidi in tivù... Ora ci prendiamo i punti che servono col Benevento e a Zenga dico che il Bologna se l’è giocata alla morte