Caso Anac, blitz della finanza all’aeroporto Catullo
Acquisiti documenti tra cui il verbale d’assemblea
«Operazione irregolare» aveva messo nero su bianco l’Authority guidata da Raffaele Cantone che aveva poi interessato sia la procura scaligera che la Corte dei Conti veneziana: le Fiamme Gialle si sono presentate lunedì al Catullo su ordine della procura scaligera per acquisire documentazione.
Gli uomini delle Fiamme Gialle si sono presentati lunedì mattina, di buon’ora su ordine della procura scaligera. Del resto, era stato lo stesso procuratore Angela Barbaglio, all’indomani della ormai celebre delibera dell’Anac di metà marzo, ad annunciare l’imminente apertura di un’inchiesta sulla cessione delle quote dell’aeroporto Catullo a Save, da parte del Comune di Villafranca avvenuta nel 2014. Quel 2% che aveva poi consentito al gruppo veneziano guidato da Enrico Marchi di «scalare» la società che gestisce gli scali di Verona e Montichiari (Brescia), aderendo all’aumento di capitale del Cda e assumendo con il 40,3% il controllo congiunto.
«Operazione irregolare» aveva messo nero su bianco l’Authority guidata da Raffaele Cantone che aveva poi interessato sia la procura scaligera che la Corte dei Conti veneziana.
E qualcosa, in questi mesi, al secondo piano dell’Ex Mastino si sta muovendo. Tanto che, l’altra mattina, su delega della procura, gli uomini della guardia di finanza si sono presentati allo scalo di Villafranca per una perquisizione alla ricerca dei documenti relativi a quella cessione di quote. Sembra infatti che dall’Autorità nazionale anti corruzione, sia stata inviata solamente la delibera firmata da Cantone che aveva portato il procuratore Barbaglio a parlare di «profili pesanti di illegittimità».
Dopo l’apertura del fascicolo, quindi, è scattato il blitz al termine del quale le Fiamme Gialle sarebbero uscite dagli uffici portando via i verbali dell’assemblea che certificò la cessione delle quote del Comune di Villafranca a Save. Inoltre, nel mirino degli investigatori, ci sarebbero anche le indagini di mercato della società Catullo e le variazioni dei volumi dei passeggeri negli ultimi dieci anni. File e documenti ora al vaglio della procura. Un’indagine nata dall’esposto presentato all’Anac dal presidente dell’Osservatorio nazionale delle liberalizzazioni nelle infrastrutture e trasporti (Onlit) Dario Ballotta, secondo il quale la vendita del 2% sarebbe avvenuta a «contrattazione diretta e senza una oggettiva valutazione reale del valore». L’Authority, con la sua delibera, ha poi ribadito che all’epoca dell’operazione non sarebbero state rispettate le prescrizioni del Codice degli appalti vigente allora. «Andava seguita la procedura di evidenza pubblica» aveva dichiarato lo stesso Cantone al Corriere di Verona. Anche se, come filtrato dalla Catullo, alla fine l’unica proposta concreta era quella del gruppo veneziano in un contesto di crisi (come quello del 2014) dove tutti gli altri gestori aeroportuali non «sgomitavano» di certo per entrare in una società in perdita. Un’operazione rivendicata dalla Catullo spa che, all’indomani della delibera, aveva definito l’ingresso di Save «un progetto riuscito, considerati i brillanti risultati di traffico e di bilancio che caratterizzano l’ultima gestione degli Aeroporti del Garda». Operazione su cui ha puntato i fari la procura.