Park Corrubbio il Comune ora lo chiude
Il Comune lo chiude a tempo indeterminato. Mancano certificazioni e pesa la maxi causa Rettondini
Signori si chiude! Dopo undici anni di polemiche, scontri, proteste, ritardi, querele e controquerele, a partire da dopodomani, venerdì, il parcheggio di piazza Corrubbio, a San Zeno chiude i battenti. Fino a quando? Nessuno può prevederlo. Sei giorni fa, visto il fallimento della ditta costruttrice, la Rettondini, il presidente del Tribunale ha affidato la gestione al Comune. A Palazzo Barbieri ci si era però già accorti che mancavano molte certificazioni indispensabili: da quella sulla conformità impiantistica a quella per la prevenzione degli incendi. Di qui la decisione di chiudere tutto, a partire appunto da dopodomani. Ed è probabile che il parcheggio rimanga sbarrato per tutta la stagione turistica estiva. L’assessore Luca Zanotto ha infatti spiegato che «se fosse solo una questione di certificati, potrebbe bastare qualche settimana, ma se occorrerà fare qualcosa di più, ci vorrà più tempo. Mi spiace per gli utenti – ha concluso Zanotto – ma lo facciamo anche per la loro sicurezza». Proprio per la sicurezza della zona, sarà necessario, tra oggi e domani, sbarrare l’entrata con appositi pannelli, visto che già da tempo, come vi abbiamo raccontato tempo addietro, dal parcheggio multipiano si entrava ed usciva a piacimento (e gratis) perchè non esisteva alcuna saracinesca. E nelle ore notturne la cosa era diventata abbastanza rischiosa.
Quanto al futuro, Palazzo Barbieri aveva pensato di affidare il parcheggio in gestione ad Amt, ma tutto è reso più complicato dalla causa in corso tra la Rettondini e molti amministratori comunali della prima giunta Tosi, tra i quali l’ex sindaco ma anche gli attuali assessori Daniele Polato, Marco Padovani e Stefano Bertacco e altri nomi noti come Stefano Casali, Enrico Corsi, Alberto Benetti, Luigi Pisa, Anna Leso, Pierluigi Paloschi, Enrico Toffali, Antonio Lella e Vittorio Di Dio, oltre che due dirigenti.
La Rettondini chiede loro oltre 40 milioni di danni per le modifiche che sarebbero state imposte al progetto, per le spese sostenute dopo i ritrovamenti archeologici, per le mancate multe ad auto in divieto di sosta a San Zeno e per i danni «esistenziali» che la giunta avrebbe causato allo stesso Rettondini e alla sua socia Lina Castellani che avrebbero subito un drastico ridimensionamento del loro tenore di vita dopo il tracollo dell’azienda.
Il parcheggio è su due piani interrati ed ha 250 posti. Era prevista la vendita di box a residenti, ma nessuno si è mai fatto avanti per l’acquisto. Così come sempre pochi erano gli spazi occupati all’interno del garage, che aveva tariffe da 1,6 euro l’ora (16,50 per l’intera giornata).
Il park, nato sotto la giunta guidata da Paolo Zanotto, ha visto una serie impressionante di guai ed infinite manifestazioni di protesta dei residenti, che hanno dovuto convivere con un «cantiere-cratere» che pareva interminabile. Alla fine, l’opera fu inaugurata il 22 dicembre 2012 e l’affidamento alla Rettondini era previsto per 65 anni. Ma le tribolazioni erano proseguite. Fino alla decisione presa ieri dalla giunta comunale: signori si chiude, fino a quando non si sa.