Il palco negato: le accuse e i veleni
L’assessore alla Cultura Briani nel mirino per il no a una storica rassegna teatrale
Già nel mirino recentemente dei tradizionalisti cattolici, l’assessore comunale alla Cultura Francesca Briani è al centro di un’altra e più articolata polemica per aver negato la concessione di un palco alla storica rassegna teatrale Enzo Rapisarda, che quest’anno festeggerebbe i vent’anni di attività. Su Facebook una serie di commenti al vetriolo, accuse e veleni. «Non voglio rispondere agli attacchi contro di me. È solo fango», dice Briani.
L’assessore alla Cultura Francesca Briani è stata recentemente nel mirino dei tradizionalisti cattolici per uno spettacolo «a sfondo omosessuale» andato in scena al Teatro Camploy nell’ambito di una rassegna finanziata dal Comune di Verona, «Altro Teatro». Ma, da quasi un mese, l’assessore della giunta Sboarina è al centro di un’altra e più articolata polemica che trae origine da una serie di post su Facebook al vetriolo pubblicati dal regista teatrale Enzo Rapisarda che, da 19 anni, organizza con la sua Nuova Compagnia Teatrale la rassegna «Il Teatro è servito», ultimamente in cortile Montanari. «Non voglio rispondere agli attacchi contro di me. È solo fango», dice Briani.
Dopo aver inviato alla giunta la richiesta per l’organizzazione della ventesima edizione, richiedendo (come ha sempre fatto) l’allestimento di un palco e varie agevolazioni, Rapisarda si è visto anticipare un diniego. La questione è approdata anche in consiglio comunale, dove è passata la linea dell’assessore. La spiegazione ufficiale è che il Comune non ha un palco da concedere in esclusiva alla compagnia. Ma la consigliera di maggioranza Daniela Drudi ha accennato anche al rischio di «concorrenza sleale» nei confronti di altre realtà teatrali amatoriali. Rapisarda ha risposto parlando di un «veto che ci è stato imposto da chi dovrebbe difendere la cultura, e invece- questo è il paradosso! - sceglie di mutilarla».
Negli ultimi giorni, c’è stata un’escalation. Rapisarda ha postato lo screenshot di un commento su Facebook della consigliera comunale leghista Laura Bocchi, per cui il regista «mente sapendo di mentire», oltre ad essere «un saltimbanco della propaganda politica» che «voleva un trattamento di favore». Ma, ha continuato Bocchi, «è cambiata era, i favori li facevano i calabresi». Per la prossima settimana, il regista ha promesso una conferenza stampa sul tema.
Intanto, una serie di esponenti della passata amministrazione si sono schierati a fianco di Rapisarda. Dall’ex sindaco Flavio Tosi («Non ci sono davvero parole... A Enzo va tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio»), agli ex consiglieri comunali Ansel Davoli («Provo vergogna per la mia città») e Katia Forte, che per altro è di origine calabrese. Rapisarda è invece di origine siciliana, come Michele Calì, regista cinematografico e presenza fissa a Palazzo Barbieri durante l’era Tosi, che inserendosi in una discussione ha definito l’assessore Briani una «tamarra insulsa e incompetente». Ad abbassare i toni ci ha provato l’ex assessore tosiano all’Urbanistica, Gian Arnaldo Caleffi, amico personale della Briani: «Mi auguro che Francesca riesca a rendere merito ad Enzo Rapisarda e al suo modo unico di fare teatro, così come consenta a chi ha idee diverse dai “tradizionalisti” di esprimerle con libertà». In consiglio comunale, tutta l’opposizione - oltre ai tosiani, il Pd, il Movimento Cinque Stelle, la Sinistra - si è schierata con Rapisarda.
Briani insiste nel sottolineare che la sua presa di posizione non ha nulla a che fare con la politica. «La verità è questa - spiega l’assessore - Ci siamo trovati con nove palchi, di cui molti erano rovinati e insicuri. Siamo riusciti a recuperarne quattro, di cui tre destinati al Teatro nei Cortili». L’assessore ha proposto a Rapisarda di associarsi alla rassegna assieme alle altre compagnie amatoriali della città. Ma un cartellone di una trentina di spettacoli spalmato su tre mesi come quello della Nuova Compagnia non può che fare storia a sé. Con buona parte del budget della Cultura impegnato da Carnevale e Tocatì, l’assessore ha certo pochi margini di manovra. Ma è chiaro che la sua visione non contempla necessariamente fare i salti mortali per garantire la sopravvivenza a spese del Comune di una rassegna teatrale come quella di Rapisarda, per quanto popolare e storica. «Credo in un approccio strategico su più livelli - spiega - la valorizzazione del patrimonio civico, il fare rete con le istituzioni culturali della città. Poi, certo, anche il sostegno alle realtà amatoriali, ma non solo quelle di prosa. Vorrei riuscire a dare più spazio a musica e danza, che sono state troppo sacrificate».
Briani Il teatro? Bene, ma vorrei dare più spazio alla danza e alla musica Flavio Tosi Non ci sono davvero parole. A Enzo va tutta la nostra solidarietà e il nostro appoggio