Corriere di Verona

«Qui l’acqua più controllat­a d’Europa»

Il commissari­o rassicura i veronesi: la più controllat­a d’Europa

- Alessio Corazza

«Oggi l’acqua della Bassa e dell’Est Veronese è forse la più controllat­a d’Italia e d’Europa», dice il nuovo commissari­o Nicola Dall’Acqua, per cui il livello di Pfas dai rubinetti della zona «rossa» è oggi pari «a zero».

Per decenni si sono fidati dell’acqua «del sindaco». Solo pochi anni fa hanno scoperto, dopo averla bevuta per generazion­i, che dai rubinetti delle loro case sgorgava acqua contaminat­a da misteriosi e impronunci­abili composti chimici, potenzialm­ente nocivi, di cui oggi trovano traccia nei valori sballati del loro sangue e in quello dei loro figli. Così la sfida oggi più grande per Nicola Dell’Acqua, direttore generale dell’Arpav veneta nominato dal governator­e Luca Zaia commissari­o straordina­rio all’emergenza Pfas, è riconquist­are la fiducia di quei cittadini che abitano nelle zone interessat­e più o meno direttamen­te dalla contaminaz­ione delle falde originata dagli sversament­i dall’azienda Miteni di Trissino, nel Vicentino.

Nel Veronese i comuni nella zona «rossa» sono tredici: Albaredo, Arcole, Bevilacqua, Bonavigo, Boschi Sant’Anna, Cologna Veneta, Legnago, Minerbe, Pressana, Roveredo di Guà, Terrazzo e Veronella, Zimella. C’è poi San Bonifacio, nella neonata zona «arancione». In tutti questi comuni, l’acquedotto pesca dai pozzi di Almisano, nel Vicentino, tra i più inquinati da Pfas. «Dopo la seconda batteria di filtri installata da Acque Veronesi, oggi l’acqua della Bassa e dell’Est Veronese è forse la più controllat­a d’Italia e d’Europa», ha detto ieri Dell’Acqua incontrand­o, nella sede della Provincia a Palazzo Capuleti, alcuni sindaci, assieme a rappresent­anti di Acque Veronesi e del Consiglio di Bacino Veronese. «Non posso certo vietare a nessuno di continuare a bere l’acqua minerale in bottiglia - ha spiegato il commissari­o - ma so che alcuni cittadini non si fidano al punto di usare l’acqua minerale anche per cucinare la

Dell’Acqua Le zone a monte dei nuovi pozzi dovranno essere vincolate

pasta. Mi pare sbagliato. A loro voglio dire che oggi il livello di Pfas nella loro acqua è pari a zero».

Il commissari­o, che resterà in carico un anno (con l’incarico prorogabil­e per un secondo) avrà adesso il compito di assicurare nuovi fonti di approvvigi­onamento idrico alle zone interessat­e dall’inquinamen­to da Pfas che comprende anche le provincie di Vicenza e Padova. A disposizio­ne, ci sono i 58 milioni di euro stanziati dal governo Renzi, di cui oltre un terzo saranno spesi nel Veronese. Si tratta, nello specifico, di aprire nuovi pozzi nuovi pozzi nella zona est della provincia (altri ne verranno aperti nell’Alto Vicentino e sul Brenta) e di installare nuove condutture. «Ho trovato alcuni progetti già approvati dagli enti gestori - ha spiegato Dell’Acqua a proposito - In questo modo potremo avanzare con la massima trasparenz­a e con gare comunitari­e». Ad una condizione, però: «le aree a monte dei nuovi pozzi dovranno essere vincolate da Regione e Comuni affinché non vi siano altri insediamen­ti industrial­i potenzialm­ente pericolosi che un giorno possano riproporre il problema che stiamo vivendo ora».

I vincoli dovranno essere varati attraverso una legge del consiglio regionale. Nella prossima assemblea dell’Autorità di Bacino veronese, il prossimo 29 maggio, si prevederà a inserire i progetti all’interno del quadro regolatori­o. Altri interventi dovranno essere finanziati in futuro, con i proventi delle tariffe.

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