Jovanotti batte la pioggia scalda i 13 mila dell’Arena e omaggia Verona in rap
La superstar di Cortona infiamma i 13 mila spettatori che gremiscono l’anfiteatro. Scherza sul tempo e omaggia Verona con un rap in freestyle. E si lancia nel dialetto: «Siete la mia gente, gli altri vaga in mona!»
Il maltempo non ferma Jovanotti e l’esercito dei 13 mila fan che occupa per intero l’Arena. Il primo dei sei concerti della popstar di Cortona è il trionfo che ci si aspettava: tra battute, hit e citazioni, c’è anche lo spazio per improvvisare un omaggio in rap alla città.
«Verona! Portatevi dei plaid (i cold plaid) ma comunque una scaldata ce la diamo insieme!» ha scritto Jovanotti su Instagram poche ore prima del concerto, per nulla turbato dalla pioggia scrosciante di ieri. E la promessa l’ha mantenuta, infuocando gli animi dei 13 mila fan presenti al primo dei sei concerti in Arena. Neanche loro turbati dal meteo: cerate addosso, cappellini in testa, e gioiosa adrenalina. «Grazie per aver sfidato la pioggia, i lupi, la grandine», ha scherzato lui in apertura. «Sempre una botta pazzesca qua dentro!»
E visto l’andazzo, Jova ha colto l’occasione e improvvisato un medley intorno a «Piove», una delle sue hit. Ma, come da scaletta, è stata «Ti porto via con me» ad aprire le danze, sancendo l’inizio di due ore e mezza di pietre miliari del suo repertorio come «Penso Positivo» e «Ciao Mamma», proseguendo con le amatissime «L’ombelico del mondo», «Safari», «L’estate addosso», «Tutto l’amore che ho» e con le nuove «Sbam!», «Le canzoni», «In Italia» inserite nell’ultimo album «Oh, vita!».
Fuori da ogni metafora, il più grande spettacolo dopo il Big Bang è proprio lui, Lorenzo, che ha cantato e ballato senza mai risparmiarsi, cambiandosi d’abito in tempo zero (griffato Valentino e Gucci), passando da serenate romantiche a pezzi rap e rock, da momenti intimi con i brani in acustica «Mi fido di te», «Sbagliato», «Baciami ancora» e «Chiaro di luna» a vere e proprie esplosioni di energia, tornando dietro alla consolle come accadeva in discoteca negli anni Ottanta, con un dj-set degno delle sue origini. Nove sontuosi lampadari hanno trasformato il palcoscenico in un salone delle feste illuminato a giorno,
in cui il padrone di casa ha ospitato contenuti culturali a lui molto cari. Primo tra tutti Gioachino Rossini, a cui il «ragazzo fortunato» di Cortona ha reso omaggio in occasione del 150° anniversario della scomparsa, regalando al pubblico un ingresso sulle note dell’Ouverture, tratte dal Guglielmo Tell. Altro featuring intellettuale è di Cervantes, con l’artista nei panni di Don Chisciotte: un cartone animato di tre minuti disegnato dal fumettista Manuel Fior, che rimanda all’adattamento teatrale di Corrado D’Elia e interpretato dalla voce suadente di Miguel Bosé. Musica, citazioni e anche improvvisazioni. Sul finale di «Oh, vita!» Jovanotti si è prodotto in un omaggio a Verona: rap in freestyle, citando l’Arena e Romeo e Giulietta, e cimentandosi perfino con il dialetto («butei», «voi siete la mia gente, i altri che vaga in mona»).
Jova si è ritagliato lo spazio per chiacchierare con il pubblico, raccontando di sé e affrontando temi importanti, come la lotta al razzismo, l’amore verso il prossimo e la ricerca di libertà. Una scaletta serratissima, supportata da una band collaudata con Saturnino (al basso), Riccardo Onori (chitarra), Christian Rigano (tastiere e synth), Franco Santarnecchi (piano e fisarmonica), Gareth Brown (batteria), Leo Di Angilla (percussioni), Gianluca Petrella (trombone), Jordan MC Lean (tromba) e Matthew Bauder (Sax) in scena al suo fianco. La festa ricomincia stasera e di nuovo, tutti i giorni da venerdì 18 a lunedì 21 maggio. Chi non avesse trovato i biglietti per l’Arena (tutte le date sono sod out da settimane), potrà ritentarci il 9 o il 12 giugno a Padova, per l’ultima tappa veneta del tour Lorenzo Live 2018.