Corriere di Verona

Amia, Toffali e Tosi ribadiscon­o la bontà del loro project «Solo danni dalle altre strade»

- L.A.

Quale sarà il futuro di Amia. Mentre sta per scadere il mandato dei propri vertici, l’Azienda che si occupa dei nostri rifiuti vive una situazione di passaggio. La legge obbliga a fare una scelta, e ieri mattina l’avvocato Enrico Toffali, esperto di diritto societario ma anche ex assessore comunale agli Enti, ha fatto il punto sulla situazione, affiancato dall’ex sindaco Flavio Tosi, da Patrizia Bisinella e da Alberto Bozza. «La giunta precedente – ha spiegato Toffali – aveva scelto di lanciare un project financing, convinta che le alternativ­e avrebbero prodotto solo danni. E le alternativ­e erano una gara pubblica o l’affidament­o diretto del servizio (in house) da parte del Comune». Toffali ha spiegato perché questa strada sarebbe dannosa. «Con l’in-house – ha detto – Amia potrebbe lavorare solo per il Comune, e perderebbe così il 25% del suo fatturato: di conseguenz­a, essendo obbligata al pareggio di bilancio, per far quadrare i conti dovrebbe licenziare dipendenti oppure aumentare le tariffe».

Perché l’Amia era l’unica in Italia ad aver scelto il project? «Perché – hanno spiegato Toffali e Tosi – dopo una lunga trattativa a Roma con l’Utep (Unità tecnica per la finanza di progetto) eravamo riusciti a equiparare il nostro project a una gara vera e propria (prevista dalla legge): in questo modo l’Amia aveva la garanzia di vincere rispetto a qualsiasi altro concorrent­e. A parità di offerta, infatti, l’Amia avrebbe avuto il diritto di prelazione e con la copertura finanziari­a di Agsm avrebbe potuto… pareggiare qualsiasi cifra».

La giunta Sboarina sembra ora intenziona­ta a scegliere una quarta strada: né in house, né gara, né project, bensì una gara a doppio oggetto, mantenendo all’Amia tutti i servizi e mettendo in gara solo il settore dello smaltiment­o rifiuti. Ma secondo Tosi questa soluzione sarebbe negativa. «Il settore dello smaltiment­o rifiuti è… delicato. Ragion per cui le possibilit­à sarebbero due: o la gara la vince una piccola impresa, che sarebbe decisament­e… a rischio, oppure la vince un’impresa molto più grande di Amia, che poco alla volta se la… mangerebbe, come ha fatto A2A a Milano».

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