C’è «You Pol», la app anti-bulli alleato a portata di smartphone per chi non si volta dall’altra parte
Uno smartphone a portata di mano per aiutare la polizia. Si chiama «You Pol» ed è l’ultima app lanciata dal dipartimento di pubblica sicurezza del Viminale con l’obiettivo di cementare ancor di più il rapporto tra forze dell’ordine e cittadini. Specialmente i più giovani. «Non vogliamo “spioni”, ma utenti che non si girino dall’altra parte quando si trovano di fronte a situazioni sospette» ha commentato ieri mattina il dirigente delle Volanti, Bruno Azzaretto, durante la presentazione della novità, ora operativa in tutta Italia dopo una fase di sperimentazione avviata un anno fa a Milano, Roma e Catania. È stato il suo vice, Bruno De Santis, a spiegare nei dettagli il funzionamento, tanto semplice quanto intuitivo. «L’app è facilmente scaricabile su qualsiasi dispositivo e consente di segnalare alla nostra centrale operativa qualsiasi situazione sospetta, attraverso un’interfaccia molto semplice - ha detto De Santis -. Inizialmente è stata progettata per contrastare bullismo e spaccio di stupefacenti». L’utente ha a disposizione due modalità: una con registrazione, fornendo nome, cognome e altri dati personali per poter poi conservare uno storico delle proprie segnalazioni, e una «in anonimo». Tramite il cellulare o il tablet si può inviare in tempo reale un breve messaggio (da 500 battute) per segnalare quel che sta accadendo, con la possibilità di allegare anche fotografie o video. L’operatore di servizio in centrale, avvisato con un allarme sonoro dal computer dedicato all’app, è obbligato a prendere in carico la segnalazione e a valutare se inviare sul posto o meno una volante. «La persona che segnala è facilmente geolocalizzabile tramite il suo smartphone, consentendoci di intervenire nel luogo preciso pur senza conoscere la sua identità» hanno puntualizzato dalla questura. Inoltre, la nuova interfaccia, prevede anche un tasto che consente la chiamata diretta al 113, nel caso in cui l’utente si trovi «faccia a faccia» con la situazione di pericolo. Ma «You Pol» è pensata anche per segnalare quelle situazioni tipiche del bullismo e del cyberbullismo, come i video che circolano in rete sui social network o sulle chat di Whatsapp.
L’utente, infatti, può inoltrare alla polizia i video o le foto di cui è venuto a conoscenza, anche se registrati in un momento precedente. «E in automatico si dà avvio alla fase di polizia giudiziaria, con tutti gli accertamenti e le verifiche del caso» hanno ricordato i dirigenti. «Non vi sono differenze tra la segnalazione in anonimo e quella con accesso registrato - hanno concluso -: l’attività successiva da parte nostra è la stessa. Il vantaggio in più per chi si registra, è quello di poter conservare in memoria le proprie segnalazioni. Chi agisce in anonimo, invece, non può conservare lo storico della propria attività sulla app». L’applicazione, gratuita, da ieri è disponibile e scaricabile da AppleStore e PlayStore di Google.