Corriere di Verona

«Volevamo sposarci È stata la loro vendetta»

Lo choc del fidanzato: l’hanno promessa a un pakistano

- A.Pri.

«Spero che questa intervista finisca nelle mani giuste, di chi ha il potere per riportare Farah in Italia. Perché solo qui, posso proteggerl­a». Il fidanzato chiede (per ovvie ragioni) di rimanere anonimo. Ha vent’anni e la cittadinan­za italiana. È cresciuto a Verona.

«Spero che questa intervista finisca nelle mani giuste, di chi ha il potere per riportare Farah in Italia. Perché solo qui, posso proteggerl­a».

Chiede (per ovvie ragioni) di rimanere anonimo. Ha vent’anni e la cittadinan­za italiana. È cresciuto a Verona e, quando era poco più che un bambino, ha conosciuto la pachistana che ora i genitori hanno riportato in patria costringen­dola ad abortire. Il piccolo che Farah portava in grembo, era anche suo figlio. Da quanto tempo siete fidanzati?

«Praticamen­te, da sempre: stiamo insieme dalla seconda media. Eravamo dei bambini e siamo diventati adulti restando vicini. Sono innamorato di lei e avremmo voluto sposarci questa estate, appena fosse ritornata dal Pakistan». I suoi genitori cosa ne pensavano dei vostri progetti?

«Non hanno mai accettato l’idea che stessimo insieme. Io non andavo bene per Farah perché sono cristiano, oltre che italiano. E la sua è una famiglia musulmana. Ma poi le cose sembravano essere cambiate: quando lei (dopo l’intervento della polizia, ndr) era andata a vivere in una casa protetta, i genitori l’avevano contattata assicurand­ole che ci avevano ripensato e che erano pronti ad accettare il nostro amore». Farah ci aveva creduto? «Ci avevamo creduto entrambi. In realtà era un tranello

per convincerl­a a tornare a casa. Mentivano, ma questo l’abbiamo scoperto solo in seguito, quando abbiamo saputo di aspettare un bambino». Eravate felici di quel figlio in arrivo?

«Molto. Era febbraio, e avevamo ancora un mese di tempo per decidere se abortire o no. L’ho subito rassicurat­a: mi sentivo pronto a diventare padre. Lei ci ha riflettuto qualche giorno e poi è venuta da me e mi detto: “Va bene, lo teniamo”. Sarebbe nato ad agosto, avevamo già scelto il nome...». E i genitori di Farah come la presero?

«Lo comunicamm­o alla fine del terzo mese. Il padre in quei giorni si trovava in Pakistan per motivi personali. La madre, invece, era a Verona e la prese malissimo: disse che doveva abortire a tutti i costi, perché quel figlio era stato concepito fuori dal matrimonio. Farah rispose che non le importava e che il nostro bimbo sarebbe venuto al mondo». Sarà stata furiosa...

«Invece no. Dopo qualche giorno, sua madre cambiò radicalmen­te atteggiame­nto. Le disse: «Va bene, lo accettiamo purché tu e il tuo fidanzato vi sposiate”. Eravamo felicissim­i». A febbraio, la partenza per il Pakistan...

«La madre le annunciò che tutta la famiglia sarebbe andata in patria per il matrimonio

di un parente e che sarebbero tornati a Verona il 22 febbraio. Invece, il giorno prima del rientro, i genitori le rivelarono che era stata tutta una bugia, che l’avevano ingannata solo per convincerl­a a seguirli in Pakistan senza fare storie. Era la loro vendetta...». L’aborto.

«Lei l’aveva già capito, che volevano costringer­la ad abortire. A me lo disse suo padre. Tornò in Italia il 25 febbraio e mi annunciò che nostro figlio non c’era più. Lo implorai di riportarmi almeno Farah e rispose che poteva tornare solo se avessi accettato alcune condizioni, che non voglio rivelare. Ho subito acconsenti­to e lui è ripartito per il Pakistan. Lei sarebbe dovuta rientrare il 28 febbraio. Invece, il giorno precedente il padre ha cambiato di nuovo idea». Farah come sta?

«I genitori stanno cercando un uomo pachistano a cui darla in sposa. Ha paura: i familiari hanno saputo che in Italia sta accadendo qualcosa di strano, cominciano a sospettare. E mi ha detto che se lo scoprono potrebbero ucciderla».

Il ragazzo Spero che questa intervista serva a farla tornare qui da me

Stiamo insieme dalla seconda media, ci amiamo fin da bambini

I suoi non mi hanno mai accettato perché sono italiano e cristiano

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(foto archivio) Tra modernità e tradizione Un matrimonio pachistano,

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