«Serve cautela Il caso subito segnalato alle autorità»
«La scuola è in possesso di tutta la documentazione del caso, e si è immediatamente attivata inviando, attraverso il Punto Ascolto, una segnalazione all’ambasciata italiana a Islamabad e a quella del Pakistan a Milano», spiega Giuliana Guadagnini, la psicologa responsabile del servizio di sostegno e ascolto che, in accordo con il Provveditorato, segue tutti gli studenti degli istituti veronesi.
Ieri, all’istituto Sanmicheli, i compagni di classe di Farah hanno discusso a lungo di quanto sta capitando alla diciannovenne. Non è facile affrontare il dramma vissuto dall’amica. E un supporto fondamentale, potrà arrivare proprio dallo «sportello» psicologico fornito dalla dottoressa.
Sulla vicenda di Farah, la Guadagnini non vuole rilasciare alcun commento. Si limita a mettere in guardia i giornali ma anche i compagni di scuola: «La diffusione di notizie non verificate, potrebbe rappresentare un pericolo». Nient’altro. E anche la preside si chiude a riccio, invocando il diritto alla privacy dei suoi studenti.
Dopo il suono della campanella, fuori dal cortile della scuola, la maggior parte degli alunni del Sanmicheli schiva le domande. Qualcuno arriva perfino a dire di non aver mai visto Farah, tra i corridoi dell’istituto. «La verità confida una studentessa del quarto anno - è che neppure noi sappiamo cosa sia giusto fare in questo momento. Vorremmo gridare al mondo di andare a salvare Farah, ma abbiamo paura di come potrebbero reagire i suoi familiari in Pakistan».