«Su Amia niente project o si sciopera»
«O si ferma il project entro lunedì, oppure sarà sciopero!». Dall’assemblea dei lavoratori dell’Amia arriva un ultimatum al consiglio d’amministrazione (ma anche al Comune). In gioco quel futuro aziendale ormai a un bivio: o si lancia una gara a doppio oggetto (per cedere al miglior offerente il settore smaltimento rifiuti) o si torna al vecchio project financing (mettendo in gara tutto, ma sapendo che Amia, con la copertura finanziaria di Agsm, ha 90 probabilità su 100 di vincerla). I tempi sono stretti: l’iter del project, iniziato sotto la giunta Tosi, va sospeso entro l’11 giugno, altrimenti poi sarà troppo tardi. Ma l’assemblea ha fatto una richiesta ancor più «a breve»: lunedì prossimo è prevista una riunione del cda, e in quella sede si dovrebbe bloccare tutto. Se così non sarà, i sindacati (che hanno già proclamato da tempo per tutto il personale lo stato di agitazione) decideranno di indire uno sciopero. Le tesi in campo, finora, erano state due. I seguaci di Flavio Tosi sostenevano (e sostengono) che il project financing, con Amia in grado di esercitare il diritto di prelazione, offrirebbe le maggiori garanzie ai dipendenti e che con la gara a doppio oggetto esiste il rischio che si mettano in lizza o aziende troppo piccole (in un settore che la cronaca nera dimostra esposto a infiltrazioni malavitose) oppure troppo grandi (che potrebbero…mangiarsi il resto dell’ Azienda). Secondo il Comune, invece, le norme prevedono che chi parteciperà alla gara dovrà avere già un impianto di smaltimento in Veneto, escludendo così concorrenti da fuori, magari con precedenti non chiarissimi.