Infiltrazioni nella Bassa Altre due interdittive firmate dalla prefettura
Le ditte nel mirino della prefettura sono di Castagnaro. Ma il legale: nessuna condanna per mafia
Il prefetto Salvatore VERONA Mulas era stato chiaro: «Mi auguro si prenda coscienza: questa è una terra perbene e queste persone vengono qui per portare via il frutto del sudore della fronte». Un impegno costante che ha portato nei giorni scorsi all’emissione di due nuove interdittive, nei confronti di due aziende con sede a Castagnaro, nella Bassa.
Quattordici e quindici. Del resto, il prefetto Salvatore Mulas era stato chiaro: «Mi auguro si prenda coscienza: questa è una terra perbene e queste persone vengono qui per portare via il frutto del sudore della fronte». Un impegno costante che ha portato nei giorni scorsi all’emissione di due nuove interdittive, nei confronti di due aziende con sede a Castagnaro, nella Bassa.
La Veneta Autotrasporti Srl e la S.G. Petroli Srl, «riconducibili a una famiglia di imprenditori di origine siciliana, già colpita in passato da altri provvedimenti interdittivi emessi dalle prefetture di Milano e Rovigo». I fari dell’ufficio antimafia dei Palazzi Scaligeri e del Tavolo di Supporto Integrato delle Forze di Polizia, questa volta sono stati puntati sugli affari della famiglia Diesi, originaria di Roccamena (Palermo) e da sempre attiva nei settori dell’edilizia e del movimento terra. Nomi di spicco sono quelli dei due fratelli Franco Salvatore e Giuseppe, in rapporti con imprenditori in odor di Cosa Nostra e ‘Ndrangheta. E pur se le due aziende interdette risultano formalmente intestate ad altre persone, il pool coordinato dal prefetto ritiene che in realtà si tratti di meri prestanome, riscontrando «rischio di infiltrazione».
Deduzioni che seguono quanto già decretato (e poi confermato nel 2016 dal Consiglio di Stato) dalle prefetture di Milano e Rovigo che avevano interdetto due attività con sede nel Rodigino: la Go.ge.t. di Canda e la Tre Emme Costruzioni Generali di Badia Polesine. Schema, quello dei prestanome, riproposto anche a Castagnaro. La Veneta Autotrasporti, secondo quanto accertato, sarebbe stata costituita da due ex dipendenti della Co.ge.t. e poi gestita da due prestanome in legami stretti con i Diesi. La S.G. Petroli, che gestisce tre distributori di carburante, è intestata alla moglie di Franco Salvatore (già socia insieme al marito della Co.ge.t. ai tempi dell’interdittiva milanese). Le due aziende di Castagnaro hanno condiviso le sedi, inoltre la moglie di Franco Salvatore è risultata in stretti rapporti con la titolare (prestanome) della Veneta Autotrasporti.
L’avvocato della S.G. Petroli, Roberto D’Agostino ha precisato che «nessun componente della famiglia Diesi è stato mai condannato per associazione mafiosa o per reati alla stessa collegati. Anzi risulta dalle motivazioni delle sentenze di assoluzione come gli stessi siano stati imprenditori vittime del sistema mafioso e, per tale motivo, assolti dal reato di cui all’articolo 416 bis».
«Inoltre - prosegue la nota del legale -, entrambi i fratelli Diesi hanno collaborato con l’Autorità giudiziaria in importanti procedimenti contro la criminalità organizzata». Ma dalla prefettura si ricorda che i due avrebbero «fittiziamente collaborato, al solo fine di trarne vantaggi, ad associazioni antiracket fra cui l’associazione Libero Futuro, recentemente esclusa dall’apposito elenco della Prefettura di Palermo proprio in virtù dell’accertato collegamento di molti associati con i fratelli Virga, le cui imprese sono state destinatarie di misura di prevenzione patrimoniale per i legami accertati con Cosa Nostra».