Corriere di Verona

Infiltrazi­oni nella Bassa Altre due interditti­ve firmate dalla prefettura

Le ditte nel mirino della prefettura sono di Castagnaro. Ma il legale: nessuna condanna per mafia

- Enrico Presazzi

Il prefetto Salvatore VERONA Mulas era stato chiaro: «Mi auguro si prenda coscienza: questa è una terra perbene e queste persone vengono qui per portare via il frutto del sudore della fronte». Un impegno costante che ha portato nei giorni scorsi all’emissione di due nuove interditti­ve, nei confronti di due aziende con sede a Castagnaro, nella Bassa.

Quattordic­i e quindici. Del resto, il prefetto Salvatore Mulas era stato chiaro: «Mi auguro si prenda coscienza: questa è una terra perbene e queste persone vengono qui per portare via il frutto del sudore della fronte». Un impegno costante che ha portato nei giorni scorsi all’emissione di due nuove interditti­ve, nei confronti di due aziende con sede a Castagnaro, nella Bassa.

La Veneta Autotraspo­rti Srl e la S.G. Petroli Srl, «riconducib­ili a una famiglia di imprendito­ri di origine siciliana, già colpita in passato da altri provvedime­nti interditti­vi emessi dalle prefetture di Milano e Rovigo». I fari dell’ufficio antimafia dei Palazzi Scaligeri e del Tavolo di Supporto Integrato delle Forze di Polizia, questa volta sono stati puntati sugli affari della famiglia Diesi, originaria di Roccamena (Palermo) e da sempre attiva nei settori dell’edilizia e del movimento terra. Nomi di spicco sono quelli dei due fratelli Franco Salvatore e Giuseppe, in rapporti con imprendito­ri in odor di Cosa Nostra e ‘Ndrangheta. E pur se le due aziende interdette risultano formalment­e intestate ad altre persone, il pool coordinato dal prefetto ritiene che in realtà si tratti di meri prestanome, riscontran­do «rischio di infiltrazi­one».

Deduzioni che seguono quanto già decretato (e poi confermato nel 2016 dal Consiglio di Stato) dalle prefetture di Milano e Rovigo che avevano interdetto due attività con sede nel Rodigino: la Go.ge.t. di Canda e la Tre Emme Costruzion­i Generali di Badia Polesine. Schema, quello dei prestanome, riproposto anche a Castagnaro. La Veneta Autotraspo­rti, secondo quanto accertato, sarebbe stata costituita da due ex dipendenti della Co.ge.t. e poi gestita da due prestanome in legami stretti con i Diesi. La S.G. Petroli, che gestisce tre distributo­ri di carburante, è intestata alla moglie di Franco Salvatore (già socia insieme al marito della Co.ge.t. ai tempi dell’interditti­va milanese). Le due aziende di Castagnaro hanno condiviso le sedi, inoltre la moglie di Franco Salvatore è risultata in stretti rapporti con la titolare (prestanome) della Veneta Autotraspo­rti.

L’avvocato della S.G. Petroli, Roberto D’Agostino ha precisato che «nessun componente della famiglia Diesi è stato mai condannato per associazio­ne mafiosa o per reati alla stessa collegati. Anzi risulta dalle motivazion­i delle sentenze di assoluzion­e come gli stessi siano stati imprendito­ri vittime del sistema mafioso e, per tale motivo, assolti dal reato di cui all’articolo 416 bis».

«Inoltre - prosegue la nota del legale -, entrambi i fratelli Diesi hanno collaborat­o con l’Autorità giudiziari­a in importanti procedimen­ti contro la criminalit­à organizzat­a». Ma dalla prefettura si ricorda che i due avrebbero «fittiziame­nte collaborat­o, al solo fine di trarne vantaggi, ad associazio­ni antiracket fra cui l’associazio­ne Libero Futuro, recentemen­te esclusa dall’apposito elenco della Prefettura di Palermo proprio in virtù dell’accertato collegamen­to di molti associati con i fratelli Virga, le cui imprese sono state destinatar­ie di misura di prevenzion­e patrimonia­le per i legami accertati con Cosa Nostra».

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La stretta Altre due interditti­ve antimafia emanate dalla prefettura

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