Corriere di Verona

Portoni Borsari, partono i lavori anti-allagament­i

Porta Borsari, dopo l’acquazzone i lavori partono giovedì prossimo

- Aldegheri

Sarebbero bastati pochi altri giorni, e la «bomba d’acqua» che l’altro pomeriggio ha colpito la città, causando seri danni soprattutt­o in zona Porta Borsari, avrebbe potuto essere disinnesca­ta.

Sarebbero bastati pochi altri giorni, e la «bomba d’acqua» che l’altro pomeriggio ha colpito alcuni punti della città, causando seri danni soprattutt­o in zona Porta Borsari, avrebbe potuto essere disinnesca­ta. Erano infatti già in programma per giovedì prossimo i lavori per realizzare il nuovo «pozzo disperdent­e» che dovrebbe mettere rimedio a una situazione non facile: Porta Borsari è infatti il punto più basso della zona, tre metri più in basso rispetto a Ponte della Vittoria, e questo crea ovviamente un afflusso enorme di acque meteoriche.

Da giovedì partiranno i lavori per rimediare a questo problema. Lavori che dovranno però ottenere la benevolenz­a di… Giove Pluvio: e stavolta non è un modo di dire.

Nella zona infatti (e cioè al centro di via Diaz) ci sono i resti del romano Tempio di Giove, situati tra i 50 e gli 80 centimetri sotto il manto stradale. I lavori si svolgerann­o verso il marciapied­i di destra, andando verso il ponte e senza causare intralci di rilievo alla circolazio­ne. Ma nessuno sa di preciso quali e quanti reperti salteranno fuori, e quanto spazio ci sarà per il nuovo pozzo.

La struttura servirà a far defluire le acque piovane fino ad otto metri di profondità, consentend­one la dispersion­e nel terreno ghiaioso: in caso di «bombe d’acqua» è prevista anche un impianto di pompaggio diretto verso l’Adige, in grado di aspirare 50 litri al secondo.

L’assessore Marco Padovani, il direttore di Acque Veronesi Francesco Berton e il direttore tecnico dei lavori Umberto Anti hanno illustrato il progetto, spiegando che il nuovo pozzo dovrebbe essere pronto entro 40 giorni.

Tornando ai reperti, il nome di Porta Borsari (con l’accento sulla «a») è di epoca medievale, legato al fatto che lì si dovevano aprire le borse per pagare il dazio per l’ingresso in città. I romani la chiamavano invece Porta Giovia, perché appunto lì vicino, nell’attuale via Diaz, c’era il tempio di Giove. Che adesso potrebbe complicare i lavori per il nuovo pozzo (che saranno seguiti direttamen­te dalla Sovrintend­enza). I lavori previsti costeranno 300mila euro (mentre altri 400mila euro sono stati stanziati per una successiva sistemazio­ne nella zona accanto a Castelvecc­hio).

Quanto agli altri punti della città, un vertice nell’ufficio dell’assessore Daniele Polato, presente il presidente di Amia, Andrea Miglioranz­i, ha fatto il punto sulla situazione di tutte le caditoie cittadine. «Da inizio anno, su sollecito del Comune – ha spiegato Polato - Amia ha provveduto alla pulizia di oltre 5 mila tombini in città. Gli interventi hanno permesso giovedì pomeriggio di evitare ulteriori allagament­i»..

Sempre giovedì pomeriggio, dopo il temporale, gli operatori di Amia erano entrati rapidament­e in azione in particolar­e su lungadige Panvinio, lungadige Rubele, in zona Porta Vescovo e in via Torbido, per ripulire e ripristina­re le strade, dove, a causa del maltempo, si erano accumulati rami, foglie e rifiuti.

Polato I lavori da gennaio di Amia hanno evitato altri allagament­i Il punto Nella zona di Porta Borsari ci sono i resti del romano Tempio di Giove

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Due giorni fa Era giovedì quando il violento acquazzone abbattutos­i sulla città faceva sì che Porta Borsari si presentass­e così

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