La supercar- laboratorio per la polizia scientifica
A vederlo lì, parcheggiato in piazza dei Signori, avrebbe potuto sembrare un mezzo qualsiasi della polizia. Magari progettato per qualche operazione nelle zone più impervie, per via di quell’aspetto da fuoristrada capace di raggiungere anche gli angoli più remoti del crimine. Ma una volta sollevati i portelloni laterali, ecco comparire un vero e proprio laboratorio scientifico all’ultimo grido. Un «gioiellino» a disposizione degli investigatori alle prese con i casi più complicati.
Si chiama «Forensic Fullback» ed è il nuovo veicolo in dotazione ai 15 centri interregionali e regionali della polizia scientifica in Italia. A presentarlo a Verona, ieri mattina in piazza dei Signori, c’era il dirigente del Gabinetto di polizia scientifica del Triveneto Nicola Gallo, insieme al vicario della questura Giuseppe Maggese e a tutti gli altri dirigenti della polizia scaligera. «Questo è un prototipo, contiamo di iniziare a utilizzarli a partire dall’estate - ha spiegato il dirigente -. Si tratta di un mezzo innovativo che coniuga la storia della polizia scientifica con l’innovazione tecnologica». Il veicolo destinato al Triveneto coprirà i territori di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. «Si tratta di uno strumento in grado di fornire fondamentale contributo alle indagini - ha poi puntualizzato il procuratore -, ma non va dimenticato il fondamentale contributo dell’intelligenza umana».
L’obiettivo, grazie alle certificazioni internazionali Iso 9001, è quello di superare gli ostacoli che possono sorgere nel corso della fase dibattimentale di un processo quando si vanno a puntare i fari sulle metodologie di raccolta delle prove. «Grazie a un collegamento con tecnologia Lte (Long term evolution, ndr) sarà possibile seguire in diretta il sopralluogo dalla centrale operativa - ha spiegato Gallo -. Mentre il sistema applicativo “Nemesi” garantisce la verbalizzazione univoca di tutte le operazioni, consentendo inserimento in real time di tutti i dati nelle nostre banche dati».
Il mezzo è inoltre dotato di un contenitore frigorifero per garantire la custodia dei reperti, di fari supplementari e di un gazebo che possa consentire agli operatori di lavorare in scenari e condizioni atmosferiche particolari. Gli specialisti della scientifica, poi, potranno fare affidamento su luci forensi, kit e dispositivi per la visualizzazione delle impronte papillari e l’esaltazione di tracce biologiche.