Una stanza per le donne che denunciano violenze
Dai carabinieri una stanza per donne e VERONA bambini che subiscono abusi.
(e.p.) Le pareti dipinte di un verde VERONA pallido, le tende bianche riportano motivi floreali, sulla sinistra una tela coloratissima dell’artista Piera Legnaghi. La scrivania è tonda, senza spigoli. E in un angolo due poltroncine con un tavolino e dei giocattoli. Più che l’ufficio di una caserma, sembra un piccolo soggiorno. Un guscio accogliente dove trovare un attimo di pace nel trambusto della quotidianità. Tecnicamente si chiama «aula per le audizioni», ma al comando provinciale dei carabinieri di via Salvo d’Acquisto è già stata ribattezzata la «Stanza tutta per sé», come il progetto nato dal Comando Generale e l’associazione Soroptimist International. «Il soggetto debole che si presenta per denunciare una violenza subita si trova sempre in una condizione psicologia molto delicata - ha spiegato ieri il comandante provinciale, colonnello Ettore Bramato, nel corso dell’inaugurazione con le autorità cittadine Qui lo possiamo mettere a proprio agio». L’iniziativa, già in un centinaio di caserme italiane, riprende un saggio della scrittrice Virginia Woolf, «A room of one’s own», come ha ricordato Silvia Zenati, presidente del club veronese Soroptimist: «Se una donna capisce di essere creduta mentre si sta confidando, trova il coraggio di affrontare qualsiasi cosa». Un coraggio che ha preso a scalfire anche il muro di omertà che da sempre contraddistingue il fenomeno. «Le denunce sono in crescita anche a Verona. Ma ciò non va interpretato come un aumento degli episodi, quanto come una maggior presa di coscienza delle vittime», così Bramato. I numeri forniti ieri dall’Arma sono lì a confermarlo: da gennaio a maggio 19 casi di violenza sessuale rispetto ai 20 di tutto il 2017; i maltrattamenti in famiglia 26 a fronte dei 49 dell’anno scorso; mentre i casi di stalking 19 rispetto ai 36 del 2017. La presidente nazionale dell’associazione, Patrizia Salmoiraghi, oltre a ringraziare lo sponsor Carrera e l’architetto Valentina Mazzola, ha voluto ricordare l’impegno quotidiano delle «sue» donne: «Iniziative come questa sono il fiore all’occhiello di un’attività basata su prevenzione, studio e sensibilizzazione in merito al contrasto alla violenza di genere».