Minacce, danni, pedinamenti in palestra Così l’amico le ha reso la vita un inferno
Stalking, arrestato uomo di 43 anni: aveva ignorato l’allontanamento deciso dai giudici
Nessuno può dire fino VERONA a che punto lo avrebbe potuto portare quell’escalation di follia iniziata verso la fine dello scorso anno. Perché da alcuni giorni, M.P. veronese di 43 anni senza un’occupazione fissa, si trova dietro le sbarre di una cella del carcere di Montorio con l’accusa di stalking. Una misura estrema adottata d’urgenza dal gip Giuliana Franciosi per mettere la parola fine a una vicenda che, con il passare del tempo, ha assunto contorni sempre più inquietanti. Perché nemmeno la prima denuncia e il relativo provvedimento adottato dall’autorità giudiziaria nei suoi confronti erano riusciti a far desistere l’uomo. Incurante del divieto di dimora nel Comune di Verona e del divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla sua ex «amica» che gli erano stati notificati lo scorso 15 maggio, lui ha ben pensato di ripetere uno dei suoi blitz più celebri, sfogando la sua rabbia e la sua frustrazione contro l’auto della malcapitata. Una reazione che gli è costata carissima: la donna ha immediatamente presentato denuncia e il pm Federica Ormanni, titolare delle indagini, ha chiesto al gip di aggravare la misura cautelare nei confronti del veronese. Così, nei giorni scorsi, gli uomini della squadra mobile si sono presentati a casa sua e lo hanno trasferito in carcere.
Nella speranza che possa meditare e riuscire a rivedere il suo comportamento nei confronti di quella che, secondo il suo stesso racconto, sarebbe stata poco più che un’amica. La relazione tra i due, infatti, è durata pochi mesi e verso la fine del 2017 lei era stata chiara: basta. Ma M.P., non si era rassegnato e aveva iniziato a mettere in atto tutte quelle condotte tipiche dello stalker più incallito. Prima decine e decine di messaggi a ogni ora del giorno e della notte. Poi aveva iniziato con le offese e le minacce di morte, arrivando persino a pedinarla e inseguirla in palestra. In un’occasione, stando alla denuncia presentata a febbraio alla polizia dalla poveretta, l’avrebbe affrontata «viso a viso» iniziando a minacciarla con fare deciso.
Il tutto, condito dal suo vero e proprio «marchio di fabbrica»: i danneggiamenti all’auto. Pneumatici tagliati, parabrezza sfondato, carrozzeria rigata con i punteruoli e offese vergate con la vernice spray su cruscotto e portiere. Ogni mattina, al risveglio, c’era il rischio di una sgradita sorpresa. Così, arrivata al limite della sopportazione, a febbraio la poveretta aveva deciso di denunciarlo. Le indagini erano durate poco più di due mesi e alla fine il gip, su richiesta del pm, aveva ritenuto che il divieto di dimora in città unito al divieto di frequentare gli stessi luoghi frequentati dalla vittima, potessero bastare a calmare il quarantenne.
Una valutazione smentita nel giro di pochi giorni dal diretto interessato: dopo aver ricevuto la notifica del provvedimento, e forse proprio a causa di quella, ha ben pensato di ripresentarsi sotto casa dell’ex amica e di sfogare la sua rabbia contro l’auto. Convergenti gli indizi raccolti contro di lui dalla polizia: ora, dunque, è in carcere.
Denunce La vittima aveva troncato la relazione, lui continuava ad accanirsi