Utopie, i giovani e le frontiere dell’arte
Presentata ArtVerona: la fiera ospiterà 145 gallerie, in crescita rispetto all’anno scorso
Utopia. Era tanto che non se ne sentiva parlare, una parola, non scelta a caso, che ci riporta indietro di cinquant’anni. Ma è in nome dell’Utopia che si aprirà nei padiglioni del quartiere fieristico tra il 12 e il 15 ottobre prossimi la quattordicesima edizione di ArtVerona presentata ieri a Milano.
Che sia utopico puntare ad andare oltre la prepotenza del mercato nel mondo dell’arte moderna e contemporanea? ArtVerona, con la sua direttrice artistica Adriana Polveroni alla sua seconda edizione, è sicura di no. A dimostrarlo sono innanzitutto la miriade di eventi collaterali, a breve definiti, che accenderanno, come ormai consuetudine, la città scaligera con l’arte contemporanea ben oltre i quattro giorni della manifestazione. Eventi che tra parentesi vedranno Verona in prima fila a celebrare la figura di un grande protagonista da poco scomparso: Hidetoshi Nagasawa, artista giapponese che aveva scelto l’Italia per vivere e lavorare. Ma oltre alle espansioni urbane di Art & the City, all’interno dell’esposizione fieristica la main section - composta quest’anno da 145 galleristi, tra realtà storiche e più giovani, un numero che segna ancora una crescita rispetto allo scorso anno e ai precedenti - sarà circondata da cinque altre sezioni volte a indagare i terreni più fertili, le realtà emergenti, tra le quali Freestage dedicata ad artisti non ancora rappresentati da gallerie. A metterci la firma sarà Adrian Paci, artista lui stesso che sceglie artisti di una generazione precedente.
L’altra prerogativa su cui ArtVerona scommette, perché la sua bilancia pesi sull’impegno culturale, è la trasversalità e la collaborazione tra i tre soggetti che compongono il mondo dell’arte contemporanea: artisti, galleristi e collezionisti, questi ultimi riuniti nell’evocativo «Consorzio delle pianure» guidato da Antonio Grulli, in viaggio durante tutto l’anno per conoscere le realtà sparse per la penisola. Perché pare che, in quanto a collezioni private, l’Italia sia uno dei Paesi dagli scenari più interessanti. E non si parla certo solo di collezionisti istituzionalizzati, o dotati di patrimoni pesanti: l’idea di ArtVerona è proprio quella di essere il punto di riferimento per tutti, affermati ed esordienti. «Perché l’importante - come ha detto Romano Artoni, vicepresidente di Veronafiere - è puntare sui giovani, siano essi artisti, galleristi o collezionisti».
Insomma la scelta di presentarsi a Milano, al Futurdome, che sarà a breve archivio futurista e già sede di mostre di artisti agli esordi, è proprio dovuta all’ambizione di «uscire da un contesto provinciale per affermarsi come organismo di produzione culturale», come ha detto Cristiano Seganfreddo, curatore di un’altra della sezioni che definiscono la specificità di ArtVerona nel panorama delle fiere d’arte nazionali: quella dedicata agli spazi indipendenti. Ma altre ancora sono le novità con cui la fiera veronese si presenterà in ottobre: accanto ai premi già noti, fa il suo esordio il premio WiDiCollect (Wise Dialog Collecting) dedicato all’arte multimediale, ideato da un collezionista, il consulente finanziario Fabio Agovino, e promosso da Banca Widiba. E ancora si segnala la presenza di un paese straniero come ospite del «Focus on»: la Lituania, terra promettente per la ricerca artistica che già si è fatta notare nel corso della Biennale di Architettura di Venezia appena inaugurata.
Quella di ArtVerona insomma, come ha detto la direttrice artistica Adriana Polveroni, è «una scommessa forte e ambiziosa, ma insieme necessaria rispetto all’identità della manifestazione: saper indirizzare il mercato verso sentieri altri, in grado di dare indicazioni di natura culturale».
Sezioni Freestage ospiterà i creativi che non sono ancora rappresentati Esordio Il premio WiDiCollect dedicato alla multimedialità Focus sulla Lituania