Corriere di Verona

Filosofia D’Anna «Voglio ancora un Chievo operaio»

Il tecnico dopo il rinnovo: «Filosofia intatta, si può perdere ma giocandose­la alla morte»

- Matteo Sorio

Penso a una salvezza tranquilla, senza le sofferenze dell’ultimo torneo

Pellissier? Deve capire lui cosa fare e decidere liberament­e se smettere o meno

Se stanno insieme ci VERONA sarà un perché e forse, un po’, quel perché lo si capisce una volta di più (ri)ascoltando il mantra estivo di Lorenzo D’Anna: «Giocarsela alla morte, la filosofia da cui ripartire è quella di un Chievo operaio». É il mantra che D’Anna diffondeva in dolby surround a Veronello, il giorno della sua presentazi­one, il 2 maggio scorso, seguendo la scia di quella sorta di autoanalis­i collettiva che il presidente Luca Campedelli aveva chiosato parlando di «Chievo imborghesi­to». È il mantra che D’Anna ripete adesso, con addosso la riconferma per l’anno prossimo, ratificata due giorni fa dopo la classica settimana di stacco che in via Galvani ci si concede per pulire la testa e programmar­e un nuovo campionato con la lucidità giusta. La lucidità di D’Anna, allora, è quella di chi ricomincia da lì, da quella filosofia che ha salvato il Chievo nelle ultime tre gare del torneo 2017/18, tre vittorie su Crotone, Bologna e Benevento, 9 punti per l’ex difensore gialloblù (dal ‘94 al 2007, 354 partite) al suo debutto da allenatore di A: «Prima della partita col Bologna avevo preso spunto proprio dalle parole del presidente. Il mantra dev’essere quello lì. La Juve mica vince per le giocate dei suoi fuoriclass­e: vince perché è operaia e appena conquistat­a una vittoria sta già pensando a come vincere la partita successiva. So che il mio Chievo non potrà inanellare 38 successi, ma magari 15 sì e dieci partite le perdi, ma giocandote­le alla morte». Sono le prime parole da cui D’Anna riparte. Perché la fiducia incassata martedì (contratto fino al 2019 con opzione per il 2020) ne fa definitiva­mente l’11esimo allenatore del Chievo in A dopo l’esperienza - positiva - al timone della Primavera. Un timone che adesso sarà regolato insieme al ds Giancarlo Romairone, pensando probabilme­nte a una continuità col tridente prediletto e affrontand­o i vari nodi. Uno è il ringiovani­mento della rosa. «Non siamo ancora scesi nel dettaglio con la società ma sappiamo che sono argomenti da affrontare». L’altro sono i rinnovi, vedi capitan Pellissier. «Gli ho parlato e gli ho spiegato che deve essere lui a capire cosa fare, io ho smesso a 36 anni perché non mi divertivo più, ma ci sono caratteri e caratteri. Spero che decida in primis per il suo bene. Per come l’ho visto nel periodo in cui l’ho allenato non posso che ringraziar­lo, per l’impegno, per le parole dette, per l’aiuto che mi ha dato». E poi la continuità nei punti fermi. Come l’uomo di maggior qualità, Giaccherin­i: «Col Napoli mi pare il discorso sia ben avviato, sarei contento di averlo ancora a disposizio­ne, ha capito cosa significar­e giocare nel Chievo». O come, in un certo senso, il giovane Stepinski, candidato a sostituire Inglese: «È giovane, ma è un giocatore in cui la società crede e per il quale ha fatto un investimen­to importante». Tutti argomenti che finiranno sul tavolo, e sul campo, a breve. Intanto, D’Anna si prepara alla prima stagione da tecnico di A con incarico dall’inizio. E la colonna sonora è un mantra ormai chiaro.

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D’Anna, difensore gialloblù dal ‘94 al 2007, ha rinnovato fino al 2019 con opzione per il 2020
Da martedì il bis D’Anna, difensore gialloblù dal ‘94 al 2007, ha rinnovato fino al 2019 con opzione per il 2020

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