Governo, i timori della Chiesa «Così si rischia il baratro»
I giornali diocesani duri con Lega e M5s. Ma Mons Pellegrini (Cet): «Non votano i marziani»
«Abbiamo assistito a una pericolosa spinta a violare le regole VENEZIA basilari della democrazia». In un duro editoriale comune, i settimanali delle Diocesi del Nordest lanciano l’allarme sulla crisi politica e istituzionale del momento, con una critica alle strategie pentastellate. «Si rischia il baratro».
Il tormento politico di questi giorni VENEZIA agita la Chiesa del Nordest. E la agita con forza. Ieri una nota di «AgenSir», l’agenzia di informazione della Cei (cioè la Conferenza episcopale italiana), ha anticipato l’editoriale che fedeli e lettori troveranno nei prossimi giorni sulle prime pagine dei settimanali delle Diocesi del Triveneto (tutti tranne tre, come si leggerà dopo). Un editoriale congiunto, firmato dai rispettivi direttori delle testate, che prende posizione in modo netto riguardo la difficoltosa formazione del governo ed il drammatico scontro istituzionale in atto.
«Pericolosa spinta a violare le leggi»
Basta l’incipit del fondo per capire il tenore del messaggio. «Di fronte all’inquietante scenario che si è andato concretizzando — scrivono i giornali diocesani — una cosa ci pare imprescindibile: tornare all’essenziale, ovvero al rispetto delle regole costituzionali e delle istituzioni». Ma c’è dell’altro. Per togliere ogni eventuale dubbio sull’obiettivo della critica, il fondo dei settimanali della Chiesa triveneta, procede in modo ancora più pesante. E se da un lato prende le difese del Capo dello Stato, dall’altro lato punta il dito contro le forze di maggioranza che da due mesi, ormai, stanno cercando di procedere alla formazione di un esecutivo (sforzo che, per altro, si sta protraendo anche in queste ultime ore, dopo la grande crisi di domenica). La cordata dell’informazione cattolica nordestina è compatta: «C’è una palese e pericolosa spinta a violare le regole basilari della democrazia — scrivono i direttori, con un linguaggio tutt’altro che clericalese
—, spinta nascosta dietro la goffa (ma diffusa) narrazione secondo la quale Mattarella si sarebbe sottomesso ai poteri forti europei. Chi punta a guidare un Paese deve (anche) mostrare il “senso del limite” a garanzia propria e degli altri. Le forzature sono dannose perché si scaricano sulle istituzioni che sono a servizio dei cittadini. I governi passano, le istituzioni rimangono».
Dalla parte del Quirinale
E la difesa del Capo dello Stato non è solo formale. Si chiedono infatti i direttori cattolici: «Era dunque possibile per il Presidente della Repubblica mettere in discussione uno dei ministri proposti da chi gode della maggioranza in Parlamento (e il riferimento è al professor Paolo Savona, che era stato indicato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini come titolare del dicastero dell’Economia, ndr)? La risposta è sì, così come è possibile per la Corte costituzionale rigettare una legge votata dal Parlamento. Ed è sì, perché c’è, appunto, qualcosa che va oltre il volere della maggioranza: è la cornice legislativa e di valori su cui si basa il nostro essere comunità civile. Rinunciarvi, in nome di un generico appello alla volontà popolare rischia di portarci, passo dopo passo, sull’orlo del baratro».
Con l’Europa
Infine un altro passaggio forte, sull’Europa. Un perimetro che viene considerato non superabile. «Se oggi la Gran Bretagna sta iniziando a comprendere il costo della Brexit — riflettono i settimanali diocesani — almeno lì un referendum si è tenuto. In Italia un voto simile non c’è stato ancora. Ed è per questo che l’insistito richiamo del presidente al valore dell’Unione europea, al ruolo che l’Italia vi ha svolto, all’importanza dell’euro segna in questo momento un netto e inedito discrimine».
Tre assenti
L’editoriale è firmato dai direttori di «Nuova Scintilla» (Diocesi di Chioggia), «Vita Trentina» (Trento), «L’amico del popolo» (BellunoFeltre), «La Settimana» (Adria-Rovigo), «La difesa del popolo» (Padova), «Gente veneta» (Venezia), «Novi Glas» (Gorizia), «La Voce dei Berici» (Vicenza) e «Il popolo» (ConcordiaPordenone). All’appello mancano tre testate, quelle delle Diocesi di Verona, Udine e Trieste. Udine ieri faceva sapere che l’assenza non è dovuta a ragioni politiche («Anzi, ospiteremo l’intervento di un giovane elettore di queste forze che dichiara: “Non ce l’avete raccontata giusta”, ci hanno fatto sapere)». E le altre?
Il vescovo e i marziani
E ieri, per altro, sulla questione va registrata anche l’espressione singolare di monsignor Giuseppe Pellegrini, veronese, vescovo di Pordenone, nonché segretario della Conferenza Episcopale Triveneta. Che ci ha detto: «Preoccupato? Certo che lo sono, come tutti in questo momento. Ma bisogna avere rispetto. D’altronde, non sono stati mica i marziani a votare...».