Corriere di Verona

Varato da Tosi, cassato da Sboarina Nassar: l’ultima parola ai giudici

L’impresa al Tar per resuscitar­e la maxi lottizzazi­one lungo l’Adige, a Parona

- Lillo Aldegheri

Ormai sembra un copione fisso. C’è una delibera della giunta Tosi, la giunta Sboarina la cancella, gli interessat­i fanno ricorso ai giudici. È accaduto per il Traforo, per l’Arsenale (da ieri al Consiglio di Stato) e per altre decisioni. Tra cui, adesso, quella sulle nuove edificazio­ni progettate in località Nassar, lungo l’Adige e vicino a Parona.

Il progetto, inizialmen­te davvero avvenirist­ico, era stato presentato dalla società altoatesin­a (ma con sede a Milano) Adige Jewels, che sul suo sito presenta tuttora le nuove abitazioni come disponibil­i entro il 2020. La giunta Tosi aveva dato il via libera, ma subito erano esplose feroci polemiche, soprattutt­o sulla vicinanza delle future case all’Adige e sul conseguent­e rischio di esondazion­i.

Tutto, in effetti, era iniziato già nel lontano 2004, con una Variante al Paqe (Piano d’Area del Quadrante Europa), ma il Piano di lottizzazi­one era entrato in vigore nel gennaio 2008 ed aveva una validità decennale. Proprio per questo motivo, alla scadenza del piano (fine 2017) la giunta Sboarina aveva stoppato tutto il progetto, che coinvolgev­a un’area di oltre 72mila metri quadrati, suddivisa in un lotto residenzia­le, «Borgo degli aironi» e «Borgo dei cigni», con 11 gruppi di fabbricati con altezza massima di 11 metri, e con una seconda parte, denominata Borgo Antico, su cui sarebbero sorti uffici e negozi di vicinato, con due fabbricati sempre con un’altezza massima di 11 metri.

L’assessore all’Urbanistic­a, Ilaria Segala, aveva allora spiegato che il progetto ricadeva «in un piano d’area di competenza regionale e poiché ad oggi – aveva aggiunto - non risulta presentata alcuna comunicazi­one di inizio lavori, abbiamo ritenuto di non concedere la proroga, anche perché, nel 2015, è entrato in vigore il Pai, Piano di assetto idrogeolog­ico, e parte della lottizzazi­one si trova in un’area esondabile».

Sottolinea­ndo come per l’Ufficio Legale di Palazzo Barbieri si prospetti la necessità di molte ore straordina­rie, il capogruppo di Sinistra e Verona in Comune, Miche Bertucco, non nasconde comunque la propria soddisfazi­one. «Altro lavoro per l’avvocatura civica comunale – rileva infatti Bertucco - dopo che anche Adige Jewels, già titolare del Pua “La Ronchesana”, situato nell’area a rischio esondazion­e del Nassar, ha deciso di ricorrere al Tar contro il Comune di Verona. Nel mirino – ricorda il capogruppo – c’è la decisione della giunta comunale del 22 gennaio scorso di respingere la richiesta di proroga del Piano Urbanistic­o Attuativo. Purtroppo per l’impresa – aggiunge - il Piano era scaduto e la giunta si era limitata a prenderne atto negando la proroga, e paiono dunque esigue le possibilit­à di successo del ricorso». In attesa dell’udienza del Tribunale Amministra­tivo Regionale, Bertucco annuncia «una proposta di delibera per una Variante al Paque, Piano d’Area Quadrante Europa, finalizzat­a a destinare a parco l’intera area. In questa maniera – conclude - contiamo di ‘mettere in sicurezza’ il Nassar anche rispetto ai tanti appetiti speculativ­i».

Diniego La giunta Sboarina non ha prorogato il Piano urbanistic­o che era arrivato a scadenza

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Rendering Sul sito della Adige Jewels, le abitazioni sono presentate come tutt’ora disponibil­i a partire dal 2020

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