Asco Holding, vale 150 milioni l’uscita di Plavisgas e dei sindaci non allineati
Assemblea il 20 luglio. Scoppia la grana del collegio sindacale: lasciano in due su tre
Asco Holding, parte l’operazione di liquidazione dei soci privati di Plavisgas e dei sindaci non allineati alla Lega. Un’operazione che potenzialmente vale almeno 150 milioni. Dunque, dopo quasi un anno di scontro, ha scelto la via d’uscita per mettere ordine in casa, Asco Holding, la holding in cui 90 Comuni trevigiani custodiscono il 61% di controllo della società quotata di distribuzione vendita del gas Ascopiave. I dettagli dell’operazione di riassetto sono stati approvati ieri pomeriggio dal cda di Asco Holding. Un piano in tre mosse. Da un lato il consiglio di amministrazione guidato da Giorgio Della Giustina ha approvato la bozza del nuovo statuto, che trasferisce poteri dal cda all’assemblea.
Di fatto si tratta del testo con cui la società attrezza la soluzione alla legge Madia che riforma il quadro delle società partecipate dal pubblico. Il nodo del contendere che ha tenuto in stallo la galassia Asco per un anno, tra i privati di Plavisgas, che detengono l’8% della Holding più un lotto di Comuni che chiedevano di risolvere la questione, evitando di dover vendere le loro azioni, con la fusione inversa della Holding nella quotata Ascopiave. Ma la linea leghista era stata di risolvere la questione con la fusione della HOlding con la controllata Asco Tlc. Soluzione contro cui erano ricorsi al Tar i privati, vincendo. Ma i In ogni caso la partita del Tar aveva aperto una situazione difficilmente sanabile anche da un punto divista legale. E così è partita la soluzione alternativa della liquidazione dei privati, con cui c’è già l’intesa.
Il cda di Asco Holding ha dunque deciso di convocare i sindaci in assemblea per il 20 luglio (il 23 in seconda convocazione), per approvare il nuovo statuto, che risolverà il nodo Madia con una holding che controllerà strettamente una società di servizio sul gas. E che, usciti i privati, non avrà comunque più contestatori sul nodo del rispetto della Madia.
Ai privati e ai Comuni che volessero uscire non resterà che non approvare il progetto per chiedere il diritto di recesso. Che verrà pagato da un lato con un maxi-dividendo straordinario da 77 milioni di Ascopiave, che distribuirà le riserve e dovrà approvare il progetto in assemblea; i 46 milioni che arriveranno ad Asco Holding serviranno a quel punto a liquidare i privati, che nel giro di due anni dal loro ingresso hanno raddoppiato il valore della quota. I sindaci non allineati allo schema leghista potranno allo stesso modo recedere, ricevendo come pagamento o denaro, che porterà alla creazione di nuovo debito, o azioni Ascopiave fino ad un massimo dell’11,52%, controvalore di 79 milioni, che permetterà di mantenere comunque in capo ai sindaci la quota di controllo su Ascopiave del 50% più una azione, o una formula mista comunque per non superare la quota dell’11,525, vincolante, pena la decadenza dell’approvazione del nuovo statuto, cos’ì come è vincolante il via libera al maxidividendo. La procedura di recesso è prevista in chiusura entro ottobre.
Fin qui la questione dell’assetto interno. Ma intanto in Asco Holding scoppia la grana delle dimissioni di due dei tre membri del collegio sindacale. I sindaci Alessandara Poloniato e Luca Biancolin hanno infatti lasciato l’incarico, in polemica con il presidente Michele Dei Tos per come è stata gestita la partita del progetto di fusione Holding-Tlc, di fatto commissionata dalla Holding per i Comuni.