«La Cercola, persi oltre cento milioni»
San Michele Extra, ricorso al Tar e richiesta danni dopo lo stop al centro commerciale
La Cercola va al contrattacco. Il Comune di Verona ha deciso di bloccare l’insediamento del nuovo centro commerciale a sud di San Michele Extra, su di un’area di 24.550 metri quadrati. Adesso però l’Immobiliaria s.r.l., titolare del progetto, presenta un ricorso al Tar e lamenta investimenti e guadagni mancanti nell’ordine dei 100 milioni. «Ce lo aspettavamo- commenta l’assessore all’urbanistica Ilaria Segala - attendiamo con fiducia la sentenza».
La Cercola va al contrattacco. Il Comune di Verona, come è noto, ha deciso di bloccare l’insediamento del nuovo centro commerciale a sud di San Michele Extra, su di un’area di 24.550 metri quadrati. Adesso però l’Immobiliaria s.r.l., titolare del progetto, presenta un ricorso al Tar e lamenta investimenti e guadagni mancanti nell’ordine dei 100 milioni.
Nel ricorso l’impresa chiede al Tar di annullare la delibera 442 che annullava quella con cui la giunta Tosi aveva invece dato via libera. La proposta del Piano Urbanistico risale all’agosto 2014 e l’approvazione al maggio 2017: tra queste due date, poi, una serie lunghissima di impegni reciproci (l’Immobiliaria avrebbe realizzato il parcheggio scambiatore di Verona est per il futuro filobus). Secondo il ricorso, la decisione della giunta Sboarina di azzerare tutto si basa su «argomentazioni palesemente erronee in fatto, totalmente prive di fondamento in diritto, nonché in assenza di ragioni di interesse pubblico».Di qui la richiesta al Tar «di vedere accertata l’illegittimità di tale inopinata iniziativa dell’Amministrazione comunale e risarciti gli ingenti danni che ne derivano alla ricorrente». L’azzeramento del progetto sarebbe stato deciso, dice l’impresa, «per volontà della nuova Amministrazione insediatasi dopo le elezioni del 2017, e per le richieste in tal senso formulate da operatori concorrenti e parti politiche contrarie all’insediamento di nuove strutture commerciali. Il tutto - dice l’impresa in violazione dei diritti edificatori maturati dalla proprietà in base alle consolidate e addirittura convenzionate previsioni di piano e senza alcun valido profilo di illegittimità idoneo a giustificare l’annullamento».La giunta Sboarina aveva motivato lo stop al centro commerciale, tra le altre cose, anche con la necessità di salvare un laghetto esistente nella zona.Ma Immobiliaria replica che «la presenza dello specchio d’acqua deriva dallo scavo» per realizzare la vicina strada e che «non si tratta nè di una risorgiva, nè tanto meno di un corso d’acqua sotterraneo, ma di semplice accumulo, nello scavo, dell’acqua presente all’interno del terreno».Dopo una lunga serie di altre contestazioni, il ricorso passa a chiedere i danni. Che si preannunciano multimilionari.Immobiliaria spiega infatti che «a tutt’oggi la ricorrente ha sostenuto spese per circa 3 milioni di euro e l’investimento complessivo ammonta a circa 80 milioni, al quale va commisurata la redditività di oltre 4 milioni annui, con conseguente valorizzazione del bene per un importo di oltre 100 milioni e un mancato utile di oltre 20 milioni di euro». Sulla base di queste cifre, dice l’impresa, andrà valutato «il pregiudizio risarcibile, costituito dal danno emergente e dal lucro cessante, oltre ad interessi e rivalutazione monetaria».In serata la reazione di Palazzo Barbieri: «C’era da aspettarselo - dice l’assessore Ilaria Segala - Attendiamo con fiducia la sentenza del Tar».