Abuso d’ufficio Funzionario a giudizio
(la.ted.) Un anno fa, a stagione estiva in corso, scattò su ordine della procura il sequestro preventivo del bar «La Cavalla» a Garda. Il pm Paolo Sachar, oltre a ottenere i sigilli, iscrisse sul registro degli indagati due nomi e ieri per entrambi, il proprietario del chiosco Bruno Achille Zampieri, e il responsabile dell’area tecnica dell’Edilizia privata del Comune di Garda Giorgio Zumiani, è stato decretato il rinvio a giudizio su decisine del giudice per l’udienza preliminare Laura Donati. Tutti e due, a processo, dovranno difendersi dall’accusa di abuso d’ufficio nell’ambito di una vicenda che ruota attorno al nuovo chiosco e al relativo rilascio di alcuni permessi («illegittimi», secondo il pm) di costruire in violazione con le norme attuative del Pai e del Pat. Il lungolago è infatti zona classificata FA, con pericolosità molto elevata di frane: il chiosco, secondo la procura, sarebbe stato realizzato in violazione delle norme di attuazione del Piano stralcio per l’assetto idrogeologico. «Il chiosco è stato abbattuto e ricostruito senza alcun aumento di volume – aveva spiegato dopo il sequestro l’architetto Zumiani - quindi ritengo ci sia un fraintendimento nelle pratiche edilizie. Per noi è tutto regolare, sono dunque tranquillo e fiducioso sul percorso della magistratura». Ed anche il sindaco Davide Bendinelli scelse di intervenire quando esplosero le polemiche precisando che «i lavori hanno avuto anche l’approvazione della soprintendenza. C’era un primo progetto che prevedeva l’ampliamento del chiosco, ma poi in corsa d’opera è stato modificato senza concedere aumenti, quindi mi auguro che il magistrato conceda al più presto il dissequestro, perché il chiosco offre servizi indispensabili per la spiaggia». Se ne riparlerà comunque durante il processo.