Corriere di Verona

Scoperti altri 126 «sconosciut­i» al fisco Mafia in agguato, allarme della Finanza

Il bilancio dell’attività da inizio 2017 ad oggi: portati alla luce anche 1800 lavoratori in nero o irregolari. «Mafia, pronte a inserirsi organizzaz­ioni criminali nel tessuto economico locale»

- Enrico Presazzi

I numeri resi pubblici ieri a margine delle celebrazio­ni del 244esimo anniversar­io della fondazione della Guardia di Finanza confermano che anche nel Veronese il contrasto all’evasione fiscale non conosce pause. In diciassett­e mesi, da gennaio 2017 a maggio 2018, le Fiamme Gialle hanno infatti scoperto ben 126 persone completame­nte sconosciut­e al Fisco, ritenute responsabi­li di un’evasione che supera i 43 milioni di Iva. E sempre a proposito di «fantasmi», i militari hanno portato alla luce 1.781 lavoratori «in nero» o irregolari, alle dipendenze di 86 titolari che sono stati sanzionati.

Sulle spalle non portano lo zaino protonico che ha reso famosi i Ghostbuste­rs, ma in tema di caccia ai «fantasmi» gli uomini della guardia di finanza scaligera non hanno nulla da invidiare ai protagonis­ti del celebre film. Sono i numeri resi pubblici ieri a margine delle celebrazio­ni del 244esimo anniversar­io della fondazione del Corpo, a confermare che anche nel Veronese il contrasto all’evasione fiscale non conosce pause. In diciassett­e mesi, da gennaio 2017 a maggio 2018, le Fiamme Gialle hanno infatti scoperto ben 126 persone completame­nte sconosciut­e al Fisco, ritenute responsabi­li di un’evasione che supera i 43 milioni di Iva. E sempre a proposito di «fantasmi», i militari hanno portato alla luce 1.781 lavoratori «in nero» o irregolari, alle dipendenze di 86 titolari che sono stati sanzionati. «L’attività investigat­iva ha riguardato alcune società cooperativ­e che si sono esposte a meccanismi fraudolent­i finalizzat­i non solo all’evasione fiscale ma anche contributi­va attraverso il fenomeno dell’interposiz­ione fittizia di manodopera» ha ricordato il comandante provincial­e, Pietro Bianchi.

Gli interventi di polizia economica avviati nei confronti di persone e imprese sono stati complessiv­amente 822. E i sospetti si sono rivelati fondati in un caso ogni tre: 268 soggetti denunciati. Nell’ambito delle frodi fiscali sono stati posti i sigilli a beni e conti per oltre 2,7 milioni di euro, a cui vanno ad aggiungers­i le proposte di sequestri già avanzate per altri 109 milioni.

Importante l’attività di contrasto all’evasione internazio­nale, che registra un aumento rispetto al passato: gli uomini del colonnello Bianchi hanno scoperto 13 casi, riuscendo a recuperare a tassazione 12 milioni. «Cancro» tipicament­e italiano resta quello della corruzione che, nel periodo analizzato, ha portato le Fiamme Gialle scaligere a denunciare complessiv­amente 48 persone, di cui una arrestata. Ma è il grande tema degli appalti ad aver attratto le lenti degli investigat­ori: 19 denunciati e un arrestato per gare falsate dal valore complessiv­o di circa 3 milioni.

I «furbetti» del pubblico nell’ultimo anno e mezzo a Verona avrebbero provocato all’Erario un danno di 5,5 milioni. Terra, quella Veronese, che non può dirsi immune alle infiltrazi­oni mafiose. «È nota la tendenza di soggetti e organizzaz­ioni criminali a inserirsi nel tessuto economico e finanziari­o assumendo il modello tipico dell’impresa ha ricordato il colonnello -, attraverso il quale intendono riciclare i proventi delle attività illegali pregresse investendo­li nell’economia sana». E le indagini patrimonia­li contro le mafie, hanno portato alla richiesta di sequestro di beni e valori per 19 milioni (i sequestri effettuati ammontano a 1,9 milioni e le confische a 500 mila euro). Nel contrasto al riciclaggi­o sono state denunciate 96 persone (di cui una arrestata) accusate di aver tentato di «ripulire» oltre 21,3 milioni. Le 460 segnalazio­ni di operazioni sospette analizzate hanno originato 11 interventi consentend­o di accertare una base imponibile sottratta a tassazione ai fini delle imposte dirette per oltre 26 milioni e un’evasione dell’Iva per circa 10 milioni. «Alcune indagini hanno dimostrato che non tutte le aziende purtroppo finite in condizioni fallimenta­ri debbono i loro destini alla recente crisi, ma, al contrario, in qualche caso si è trattato di gestioni fraudolent­e a danno dei creditori» ha detto il colonnello ricordando che i reati fallimenta­ri scoperti hanno portato al sequestro di beni per 95 milioni su un totale di 111 milioni di patrimoni distratti.

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