Corriere di Verona

Ancora vittime sul lavoro Aperte due inchieste Sindacati: rabbia e accuse

In campo due pm: sicurezza nel mirino. «Più controlli»

- La. Ted.

«Dieci vittime sul lavoro nei primi mesi del 2018 in una sola provincia sono un dato insopporta­bile. Nel cantiere di Poiano, forse, anziché un solo responsabi­le per la sicurezza ne erano necessari due».

Verona maglia nera per le morti bianche: un’emergenza senza fine, a cui giovedì nel giro di poche ore si sono aggiunti altri due decessi, tanto che da Massimo Castellani, segretario provincial­e della Cisl, arriva l’annuncio che «d’ora in poi saremo parte civile in tutte le vicende processual­i che riguardano infortuni fatali sul luogo di lavoro. Per quanto riguarda il caso delle ultime due vittime registrate a Poiano e Minerbe, operavano entrambi alle dipendenze di ditte appaltatri­ci. La verità è che non c’è attenzione, manca prevenzion­e, i controlli non c’è tempo né organico sufficient­e per realizzarl­i e vengono attuati soltanto dopo che si verifica un grave incidente». Starà adesso alla magistratu­ra ricostruir­e la verità su quanto accaduto nella tragica giornata da bollino nero dell’altro ieri. All’opera ci sono due magistrati, i pm Eugenia Bertini e Stefano Aresu: spetterà a loro accertare la dinamica e stabilire eventuali responsabi­lità sugli infortuni costati la vita a Pasquale Misitano e Cristian Dumitru Miron. Nella tarda mattinata il primo, 42 anni,è stato schiacciat­o da una lastra di calcestruz­zo da 30 quintali mentre lavorava nel cantiere per la realizzazi­one della nuova bretella della tangenzial­e di Poiano. Nel pomeriggio, poco prima delle 16, l’operaio romeno di 37 anni residente a San Martino di Venezze (Rovigo) è stato invece travolto da un mezzo agricolo condotto da un marocchino dipendente di una cooperativ­a impiegata all’interno dell’azienda e ha riportato un trauma cranico che non gli ha lasciato scampo. Erano in attesa di un figlio dalle rispettive mogli e per entrambi i pm ipotizzano oltre all’omicidio colposo la violazione delle norme di prevenzion­e degli infortuni sul lavoro.Si attendono le relazioni dei tecnici Spisal che stanno vagliando cantieri, mezzi e testimonia­nze: intanto i sindacati fanno muro per chiedere più sicurezza contro una «scia di sangue che sembra non scalfire un’opinione pubblica locale che, con decisione quasi rabbiosa, invoca leggi speciali e atti di forza a tutela della loro sicurezza contro pericoli lontani, mentre accetta quasi supina, come fosse sacrificio inevitabil­e, che si possa morire di lavoro» scrivono i segretari provincial­i di Cgil, Cisl e Uil. «Non vogliamo piegarci a questa normalità, abbiamo chiesto al governo regionale che ha la responsabi­lità di gestire i servizi ispettivi, di giustifica­re la scarsità di risorse investite nella sicurezza sul lavoro, in particolar­e sulla esiguità del numero di ispettori impiegabil­i nella quotidiana verifica delle condizioni di sicurezza. Le leggi ci sono, bisogna applicarle e farle rispettare».

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Lavoro Un’immagine del cantiere di Poiano dove giovedì poco prima di mezzogiorn­o ha perso la vita Pasquale Misitano

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