Corriere di Verona

Fontana a testa bassa «Famiglie e matrimoni? Ripeterei ogni parola»

- M.S.

La difesa della famiglia tradiziona­le? «La rifarei, ci sono cose che ogni persona vive come vuole e per me la famiglia è una». I migranti? «Vogliamo aiutare chi ha davvero bisogno, cioè donne e bambini che scappano dalla guerra, poi tutti i nostri cittadini». La struttura ha festeggiat­o l’anno scorso il suo 70esimo, per Lorenzo Fontana è «una delle eccellenze italiane per l’aiuto ai disabili» ed ecco allora che il veronese neoministr­o a Famiglia e Disabilità, leghista e tradiziona­lista cattolico, 38 anni, ha scelto ieri il Centro polifunzio­nale Don Calabria e la sua sede di via San Marco per la prima uscita «casalinga» da quando (inizio mese) è stabile a Roma. Nella struttura poco fuori città (tra San Massimo e Borgo Milano) che si occupa di riabilitaz­ione, formazione profession­ale, attività di promozione ed integrazio­ne sociale, 10 mila utenti ogni anno e per la gran parte appunto con disabilità, Fontana è tornato ieri sulle polemiche per le sue prime parole da ministro, quando disse che «la famiglia per me è solo quella composta da mamma e papà» ma al contempo rimarcò come il tema non rientrasse nel contratto con il Movimento 5 Stelle: «Se ripeterei quelle parole? Se oggi dico che c’è nuvoloso (era ieri mattina, cielo grigio e qualche pioggia, ndr) non c’è da far polemiche. Ci sono cose che le persone possono vivere come vogliono. Che la famiglia sia una mi sembra l’abbia detto anche il Santo Padre. Ripeto, penso non ci sia nulla da far polemica. Io credo che i bambini abbiano il diritto di crescere con un papà e una mamma. Io non volevo far polemiche, con quelle dichiarazi­oni: qualcuno invece l’ha fatto per ragioni pubblicita­rie». Si è poi soffermato, Fontana, anche sul tema di migranti: «Ci sono temi su cui collaboria­mo col M5S. Parlando di migranti e Francia, vogliamo solo il rispetto della legalità e aiutare chi ha bisogno: c’è chi spaccia per bisognosa gente che non scappa da guerre, vedi migranti economici o altro. Noi ci focalizzia­mo su chi ha davvero bisogno: donne e bambini che scappano dalle guerre e poi tutti i nostri cittadini. Questa è la differenza tra noi e chi porta avanti politiche differenti».

Circa il Don Calabria invece (Fontana ha incontrato il direttore Alessandro Galvani, il presidente Andrea Bennati, il responsabi­le amministra­tivo Federico Patuzzo e don Ivo Pasa della Congregazi­one Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenz­a), il ministro già dimessosi da vicesindac­o di Verona parla di «vanto per la nostra città e e per il Paese. Un centro che ha saputo rispondere a molteplici esigenze, compreso l’inseriment­o lavorativo per le persone con disabilità. Voglio prendere spunto dall’esperienza di centri così, cresciuti attorno ai bisogni concreti della comunità. Il grado di civiltà di un Paese - sempre Fontana - si misura dalla capacità di saper rispondere alle esigenze e alle aspettativ­e di inclusione sociale delle persone più bisognose. Uno Stato serio deve pensare innanzitut­to alle persone vicine che hanno maggiori necessità, garantendo risorse adeguate, perché queste necessità vengono prima di ogni vincolo di bilancio».

«Il Don Calabria è un’eccellenza italiana nell’aiuto ai disabili e un esempio per tutti

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La strutturaI­l neoministr­o a Famiglia e Disabilità, Lorenzo Fontana, in visita ieri mattina al Centro polifunzio­nale Don Calabria

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