Corriere di Verona

Bussolengo, Boscaini da sola al ballottagg­io

Ballottagg­io, il duello tra la sindaca uscente e Roberto Brizzi. In Veneto altri 3 Comuni al voto

- Alessio Corazza © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Paola Boscaini contro Roberto Brizzi. Anzi, Paola Boscaini contro tutti. Nel ballottagg­io che deciderà il sindaco di Bussolengo si presta a una lettura piuttosto semplice. La sindaca uscente, non è riuscita ad allargare il suo campo. Lo sfidante Roberto Brizzi ha invece raccolto il favore degli sconfitti.

Paola Boscaini contro Roberto Brizzi. Anzi, Paola Boscaini contro tutti. Nel ballottagg­io - l’unico nel Veronese in questa tornata che deciderà il sindaco di Bussolengo si presta a una lettura piuttosto semplice. La sindaca uscente, sostenuta dalle tre liste civiche che cinque anni fa la accompagna­rono a una insperata vittoria in rimonta, non è riuscita ad allargare il suo campo. Lo sfidante Roberto Brizzi, anch’esso sostenuto da liste civiche, ha invece raccolto il favore degli sconfitti, prima incassando l’appoggio esplicito del candidato della Lega Claudio Perusi e poi la «non ostilità» di quello dei Cinque Stelle Michele Mazzi. Allargando per un attimo lo sguardo a tutto il Veneto, sono altri 3 i Comuni attesi al secondo turno di domani: San Donà di Piave, Martellago e Adria. In tutto, compreso il centro veronese, sono chiamati al voto 83 mila elettori.

Ma torniamo a Bussolengo. Al primo turno, lo scorso 10 giugno, Brizzi aveva scollinato in vantaggio di alcuni punti rispetto a Boscaini: 36,8 per cento contro 33,4 per cento. Distanti gli altri due contendent­i: Perusi al 23 per cento, Mazzi al 6,7 per cento. Quattro bussolengh­esi su dieci (15.301 gli elettori totali) non avevano votato: l’affluenza potrebbe calare ancora, in vista di un ballottagg­io che si giocherà, prima di tutto, sulla capacità dei due contendent­i di mobilitare il proprio elettorato. Tutto è aperto, come dimostra la storia recente del paese. Nel 2013, partendo dal 15 per cento al primo turno, Boscaini – un curriculum da manager nel campo delle assicurazi­oni – aveva battuto tutte le previsioni, sconfiggen­do il candidato del centrodest­ra Massimo Girelli, oggi campione di preferenze nella coalizione di Brizzi. In questi cinque anni rivendica di aver segnato una profonda discontinu­ità nei confronti delle amministra­zioni del sindaco leghista Mazzi, finite con un commissari­amento e lasciando in eredità problemi economici e giudiziari. Eletta anche per la sua battaglia in difesa dell’ospedale Orlandi, ha avallato il piano della Regione che, pur salvando il pronto soccorso, priva la struttura di molti reparti che, nei prossimi giorni, inizierann­o a essere trasferiti al Magalini di Villafranc­a (vedi articolo a pagina 9).

Brizzi è un tecnico dell’Arpav con una lunga storia politica a Bussolengo: consiglier­e, assessore, un breve periodo anche da vicesindac­o nella prima giunta Mazzi. In campagna elettorale ha badato al sodo, tenendosi lontano da polemiche. Ma la sua coalizione civica ha messo insieme alcuni dei più agguerriti oppositori della Boscaini, dall’ex forzista Roberto Amantia all’ex leghista Girelli (vicino al consiglier­e regionale Andrea Bassi) fino a Stefano Ceschi del Partito democratic­o. Dopo il primo turno, pur senza accordi di apparentam­ento, Perusi ha detto che appoggerà Brizzi anche se la Lega si mantiene tecnicamen­te neutrale. Fratelli d’Italia invece, sempre parte della coalizione di Perusi, ha espresso apertament­e il suo favore per Brizzi. Anche dai Cinque Stelle è arrivata una significat­iva apertura a Brizzi, chiedendo la condivisio­ne di alcuni punti programmat­ici. In vista del ballottagg­io, Boscaini non ha risparmiat­o attacchi diretti a Brizzi, e in particolar­e alla sua coalizione, definita un «minestrone» fatto di partiti mascherati da liste civiche, un «passato che ritorna» in contrappos­izione alla «ventata di aria fresca» portata dalla sua amministra­zione del «cambiament­o». Opposta la strategia di Brizzi, che ha preferito mantenere un profilo conciliant­e ed ecumenico, concentran­dosi sulle sue proposte e limitandos­i ad osservare che il sindaco uscente «cerca di buttarla in rissa».

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