Periplo, la rete oncologica che a 5 anni dalla diagnosi tiene in vita due donne su tre
Stop ai viaggi della speranza in giro per l’Italia, ma anche agli estenuanti pellegrinaggi tra ospedali e ambulatori della stessa regione: tutti i malati di tumore devono potersi curare vicino a casa, in centri iperspecializzati, con terapie uniformi, farmaci innovativi e la migliore tecnologia.
Con tre ulteriori vantaggi: se tutti i pazienti vengono assistiti nella propria regione, le liste d’attesa delle realtà più virtuose come il Veneto si abbattono anche della metà, aumentano la sopravvivenza e le possibilità di guarigione e scendono i costi per il Sistema sanitario nazionale. Sono gli obiettivi del Progetto Periplo, basato sulla creazione in ogni regione di reti oncologiche dedicate ciascuna a una neoplasia e al momento attivate in Veneto, Lombardia, Piemonte, Valle D’Aosta, Toscana, Umbria, Liguria e Trento. In questi territori i malati guariscono di più: in particolare, in Toscana la sopravvivenza a cinque anni raggiunge il 56% fra gli uomini e il 65% tra le donne, nella nostra regione il 55% negli uomini e il 64% per le donne.
Gli ospedali vengono utilizzati solo per le terapie più complesse e le reti oncologiche si basano su percorsi diagnostico terapeutici messi a punto da pool di specialistici che li hanno già completati per il cancro al seno e ora stanno elaborando quelli relativi al tumore al polmone. Nello stesso tempo lavorano per aiutare le Regioni che ne sono sprovviste a dotarsi del medesimo progetto. «Nel Veneto la Rete oncologica regionale (Rov) è nata nel 2013 _ spiega il professor Pierfranco Conte, presidente di Periplo, direttore della Rov e dell’Oncologia medica 2 all’Istituto oncologico veneto _ ha individuato a Padova, Verona, Treviso, Vicenza e Venezia i poli oncologici e le Breast Unit (cura del tumore alla mammella, ndr) di secondo livello, cioè dotate di servizi in più come la salvaguardia della fertilità nelle giovani donne. E ne ha indicate altre 16 di primo livello. La ricaduta pratica? Fino al 2016 le donne con neoplasia al seno venivano operate in 40 ospedali del Veneto, con potenzialità diverse, ora solo nei poli specializzati. In più la Rov ha il compito di produrre percorsi diagnostico-terapeutici per 16 tipi di cancro, coinvolgendo 5mila specialisti, e sta monitorando gli indicatori di qualità relativi al trattamento dei tumori a polmone, colon e prostata nei vari ospedali, per consentire alla Regione di decretare centri di riferimento».
Sotto monitoraggio, in tutti e 65 gli ospedali del Veneto, anche gli esami prescritti in quantità eccessiva, come risonanza magnetica e test dei marcatori tumorali, e altri trattamenti inappropriati, per esempio una terapia particolarmente aggressiva a un malato terminale, morto a distanza di un mese. «La Rete consente a qualsiasi medico, ospedaliero o di famiglia, che abbia un dubbio diagnostico o sulla cura da prescrivere di chiedere un consulto multidisciplinare on line _ aggiunge Conte _ e nel giro di 48 avrà la migliore risposta, in termini dì appropriatezza, efficacia e risultato. La rete deve funzionare e fornire dati utili. Espandere queste esperienze in altre regioni e patologie oncologiche sarà il passo successivo. Periplo può cambiare il modo di fare assistenza ed è una necessità, visto che l’aumento dell’aspettativa di vita ha incrementato la diffusione del cancro».
Nella nostra regione negli ultimi anni i nuovi casi di tumore sono passati da 25mila a 31.750 (16.550 negli uomini), con la prevalenza di quelli alla mammella e alla prostata, che però hanno anche la maggiore percentuale di sopravvivenza a cinque anni (85% il primo, dall’88% al 91% il secondo).
Aggiunge Alessandro Ghirardini dell’Agenas (l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali): «Le reti oncologiche disegnano un modello omogeneo, che garantisce al paziente, ovunque si trovi, equità di accesso alle cure e precoce presa in carico, promuovendo tra gli specialisti sinergia nella diffusione di conoscenze e valorizzando le migliori pratiche già disponibili in alcune regioni.Altro aspetto saliente del modello è il totale supporto al malato, gestendo e risolvendo eventuali problemi burocratici e dandogli così la possibilità di potersi concentrare sulle cure».