Pupi Avati e la scuola di regia in città
Nuovo corso da settembre. Lui: «Insegnerò la vecchia cara grammatica dei film»
Un volto, un nome, una firma d’eccezione del cinema: Pupi Avati sarà direttore artistico e insegnante del corso biennale di regia che inizierà a settembre in contemporanea a Roma e a Verona all’interno dell’attività di Studio Cinema, l’istituto creato da Massimiliano Cardia e Emanuela Morozzi. Così, Avati: «Mica si spera di creare 100 Fellini, ma se anche uno solo degli allievi diventasse un vero regista, avremmo ottenuto un ottimo risultato.
«Un regista deve avere idee, certo, ma deve conoscere anche la grammatica del mestiere: io cominciai senza saperne nulla 50 anni fa, nel ’68, quando si pensava che la fantasia dovesse andare al potere, e il risultato fu che il mio primo film fece perdere 170 milioni (di lire) al povero produttore bolognese che lo finanziò…». Il grande Pupi Avati spiega così la sua decisione di partecipare, come direttore artistico ed insegnante, al corso biennale di regìa cinematografica che inizierà nel prossimo mese di settembre, in contemporanea a Roma e a Verona, all’interno dell’attività di Studio Cinema, l’Istituto creato da Massimiliano Cardia e Emanuela Morozzi. Assieme a loro e all’assessore comunale Filippo Rando, Avati afferma ironicamente che «esistono moltissime scuole di recitazione, spesso gestite da mediocri attori che non trovano più scritture, perché, come diceva Mark Twain, ‘se non sai fare una cosa, insegnala…’. Una scuola di regia invece – sorride il Maestro – è cosa diversa e molto più impegnativa: bisogna investire dei soldi, creare dei set, girare su pellicola, avere le luci giuste: tutte cose che costano». Quanto al suo ruolo nella scuola veronese «sarà quello – spiega – di insegnare come tradurre una narrazione in una sequenza cinematografica, cosa che esige delle conoscenze tecniche. Dopo di che, se il genio ce l’ha. Uno va avanti, altrimenti…». Avati aggiunge peraltro che «mica si spera di creare 100 Kubrick o 100 Fellini, ma se anche uno solo degli allievi diventasse un vero regista, avremmo ottenuto un ottimo risultato. Quindi – conclude rivolgendosi alla ventina di allievi di StudioCinema presenti in sala degli Arazzi, a palazzo Barbieri, dove è stata presentata l’iniziativa – datevi da fare: e in bocca al lupo!»
Le audizioni per essere ammessi al corso sono già aperte (e saranno severissime perché, avvertono gli organizzatori, pochissimi saranno gli ammessi). Per partecipare è necessario scrivere all’indirizzo info@studiocinemaverona.com.
Pupi Avati inizierà proprio nel mese di luglio la lavorazione del suo nuovo film («un giallo-horror intitolato ‘Il signor diavolo’ che spero farà ancora più paura de ‘La casa dalle finestre che ridono’, che girai nel 1976»). Il nuovo film verrà girato a Rovigo e nel Veneziano e gli allievi del corso veronese avranno quindi l’opportunità di andare anche a vedere come si lavora all’interno di un vero set. Tornando alla scuola, alla cui presentazione ha preso parte anche l’assessore comunale Filippo Rando, il corso biennale consentirà di ottenere il Diploma Studio Cinema, che sarà consegnato dallo stesso Pupi Avati. La frequenza per l’anno 2018-2019 sarà di un weekend al mese e le lezioni forniranno agli allievi una conoscenza a trecentosessanta gradi della macchina da presa, permettendo agli studenti di approfondire il lavoro con gli attori, l’organizzazione di un set, l’importanza della luce e della musica nella costruzione filmica. Il programma didattico di StudioCinema prevede poi anche corsi per attori e sceneggiatori. Tra i docenti di questi master ci sono anche nomi notissimi come Giancarlo Giannini, Gabriele Muccino, Michele Placido, Abel Ferrara ed altri.
Tecnica e arte Ci vuole talento, ma anche mestiere. Io iniziai facendo perdere 150 milioni al produttore...