In Lessinia sarà caccia aperta a 800 cinghiali
«Sono troppi»: accolta la richiesta della Provincia Si parte a Ferragosto, con il metodo della «girata»
L’anno scorso era stato superato, abbondantemente il limite posto a seicento abbattimenti. Quest’anno i cinghiali saranno ottocento, e potranno avvenire anche in anticipo: a partire da Ferragosto.
L’anno scorso era stato superato, abbondantemente il limite posto a seicento. Quest’anno saranno ottocento i cinghiali che potranno essere abbattuti, e lo si potrà fare in anticipo: a partire da Ferragosto, che segna anche l’apertura della caccia dei caprioli. Un intervento straordinario, che viene consentito, in Veneto, solo in una decina di comuni veronesi della fascia dei monti Lessini, incluso l’angolo nord-orientale del capoluogo, quello delle frazioni Trezzolano, Moruri e Cancello, dove la presenza di questi animali si è fatta particolarmente sentire, tra le lamentele di chi ci vive.
I cinghiali, del resto, sono presenti nella pedemontana veronese da almeno quindici anni, con una riproduzione che è stata a lungo incontrollata: nessuno riesce a dare una stima precisa, ma si contano a migliaia. Ecco perché la Regione, accogliendo un’istanza presentata dalla Provincia ha «allentato» le regole per la caccia all’ungulato. La stagione, salvo gli interventi selettivi che inizieranno in agosto, aprirà dal primo novembre e durerà fino al 31 gennaio seguente. Il metodo che verrà adottato principalmente sarà quello della «girata», considerato l’ideale nel territorio della Lessinia (per la presenza sia di boschi che di radure) sia per la possibilità di limitare gli abbattimenti a un certo numero di individui: prevede l’impiego di un solo cane che individua il cinghiale per portarlo verso la squadra di cacciatori. Sarà consentito anche l’appostamento, metodo che prevede la posta dei cacciatori, mentre non è permessa la «cerca», considerata troppo pericolosa per gli operatori: in quel caso le doppiette si metterebbero a cercare i branchi di cinghiali fermi per la pastura.
Secondo le statistiche della Regione, dal 2014 sono stati abbattuti, in provincia, 3553 cinghiali, 1586 dei quali erano esemplari giovani con meno di dodici mesi e circa novecento i maschi adulti. «Ci fa piacere che la nostra proposta sia stata accolta, unitamente alla possibilità, per i cacciatori, di tenere la carcassa che deve comunque essere consegnata per il trattamento – avvisa Stefano Marcolini, consigliere provinciale con delega alla Caccia – la presenza di questa specie, soprattutto a quote intermedie continua a creare problemi per le attività agricole e per la sicurezza delle persone».«Si tratta di un prelievo del tutto sostenibile, che ha ottenuto il parere favorevole dell’Ispra – aggiunge l’assessore regionale Giuseppe Pan – per contenere il proliferare della specie». D’accordo anche Coldiretti. «È una politica lungimirante – afferma Martino Cerantola, presidente regionale dell’associazione – la popolazione di cinghiali va riportata a livelli sostenibili per l’ecosistema».