«L’ho uccisa per salvare il matrimonio»
Delitto Paoletti, Di Salvo svela per 3 ore la sua verità al gip: i soldi glieli avevo ridati
Ha confermato che sì, è vero, Fernanda Paoletti gli aveva prestato del denaro. Non un grosso importo, circa 500 euro. Soldi che però lui, Pietro Di Salvo, ha anche precisato di aver già restituito alla vittima prima del delitto: l’ho uccisa perché lei non voleva più tenere nascosta la nostra relazione, mentre io - ha detto - non avrei mai lasciato mia moglie. Neppure per stare con lei. Più che un interrogatorio, per il pensionato ieri col gip è stata una liberazione.
È vero, la vittima mi aveva prestato 500 euro, ma glieli ho ridati
Ha confermato che sì, è vero, Fernanda Paoletti gli aveva effettivamente prestato del denaro. Non un grosso importo, parliamo di circa 500 euro. Soldi che però lui, Pietro Di Salvo, ha altresì precisato di aver già restituito alla vittima prima del delitto: l’ho uccisa perché lei non voleva più tenere nascosta la nostra relazione, mentre io - ha detto - non avrei mai lasciato mia moglie. Neppure per stare insieme a lei.
Ha iniziato a parlare a mezzogiorno e quando il verbale della sua deposizione si è chiuso mancava poco alle 15. Più che un interrogatorio, per il pensionato si è trattato quasi di una liberazione. Al punto che ieri, nel letto della clinica Villa Garda dove si trova ricoverato in stato di arresto in attesa di riprendersi dai postumi del delicato intervento a cui è stato sottoposto la scorsa settimana, ha risposto per quasi tre ore di fila alle domande del gip Livia Magri. A 24 giorni dall’omicidio che il 4 giugno a San Michele è costato la vita alla pensionata di 77 anni, vedova, con due matrimoni alle spalle, che faceva la volontaria e si faceva benvolere da tutti, si è dunque svolto l’interrogatorio dell’omicida reo confesso. Cinque anni meno della vittima, l’unico indagato è difeso dall’avvocato Veronica Benedetti Vallenari che nei prossimi giorni farà il punto sulle dichiarazioni rese ieri dall’anziano per valutare quali iniziative adottare.
Secondo il pm Beatrice Zanotti, titolare del fascicolo d’inchiesta, non si tratterebbe di un gesto d’impeto (come avrebbe cercato di sostenere il pensionato ammettendo i fatti subito dopo l’arresto) ma di un femminicidio architettato e pianificato da tempo. Dopo aver strangolato la pensionata (con cui ha affermato di aver intrattenuto una relazione extraconiugale), l’assassino, secondo gli inquirenti, prima avrebbe tentato di inscenare il suicidio della donna e quindi avrebbe anche cercato di depistare le indagini avvalorando il movente passionale. Sullo sfondo, però, in base alla ricostruzione dell’accusa ci sarebbero soprattutto motivi economici: la donna gli avrebbe prestato 500 euro. In banca nella cassetta di sicurezza della 77enne sarebbero anche stati trovati solo due foglietti e quindi la polizia sta indagando sui conti. Nel frattempo sono scattati da parte di inquirenti e investigatori gli accertamenti tecnici irripetibili sui reperti recuperati sia sul luogo del delitto sia all’interno dell’automobile dell’omicida. Tutti elementi che potranno risultare utili a ricostruire ulteriormente dinamica e movente di un delitto le cui indagini hanno ormai assunto una direzione ben precisa. Ieri, dalla clinica gardesana dove viene controllato a vista 24 ore su 24, Di Salvo ha affrontato entrambi gli argomenti, compreso quello finanziario. A riguardo, ha confermato il prestito da circa 500 euro che gli aveva accordato la vittima ma ha precisato di aver già ridato a Fernanda i soldi che le doveva. Nel contempo, ha nuovamente cavalcato la pista passionale, entrando nei dettagli della relazione affettiva che aveva intessuto con la pensionata e ribadendo che i due avevano però sul loro rapporto idee opposte. Lei avrebbe voluto uscire allo scoperto e rendere pubblico il loro legame, invece Di Salvo, uomo del Sud sposato con figli, non avrebbe mai potuto lasciare la consorte e la famiglia. Non lo avrebbe fatto per nessuna donna. Neppure per la povera Fernanda: al punto da toglierle la vita purché lei non parlasse.