Farmacia agli Angeli polemiche in aula Vigili, daspo urbano nel regolamento
La giunta comunale sta valutando se fare o meno ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha portato alla chiusura forzata della Farmacia agli Angeli, giudicandone illegittimo l’acquisto da parte del Comune di Verona. La vicenda è stata discussa ieri sera in consiglio comunale, sulla base di una critica di Michele Bertucco (Sinistra e Verona in Comune) all’operato municipale, a partire dalla prima delibera in materia (da parte della prima giunta Tosi) ad oggi. «Il Comune – ha detto Bertucco – si limitò a prendere atto della scelta dell’azienda, mentre doveva semmai – ha aggiunto, citando anche la sentenza del Tar - acquisirla direttamente e poi trasferirla all’Azienda. Ed è poi possibile che né Comune né Agec abbiano chiesto allo stesso Tar di fissare la sentenza nel merito, arrivata solo adesso, dopo quasi 9 anni?». L’assessore Edi Maria Neri ha risposto che i ricorsi contro l’acquisto deciso da Agec erano stati presentati da Federfarma, dall’Ordine dei farmacisti e da due farmacisti veronesi: «Loro sì - ha detto l’assessore - avrebbero avuto interesse a sollecitare la sentenza, non il Comune né l’azienda». Bertucco ha peraltro poi aggiunto che proprio il Tar sottolinea il mancato rispetto del contratto di servizio esistente tra ente locale e Agec. «E adesso, in ogni caso, il Comune avrà delle spese da sostenere – ha concluso mentre c’è anche una segnalazione alla Corte dei Conti su di un eventuale danno erariale».
Sempre a proposito di Agec, lo stesso Bertucco è tornato anche sul tema dello «scambio di dipendenti» tra l’azienda guidata da Roberto Niccolai (Verona Pulita) e l’Atv. «L’aspetto peggiore di questa vicenda – ha rilevato è che tutto sarebbe partito non da una reale esigenza aziendale ma dalla richiesta di uno dei dipendenti oggetto dello scambio, ovvero Legramandi, il quale forse desiderava ricongiungersi agli amici tosiani superstiti in Atv...Se questa circostanza fosse verificata sarebbe gravissimo poiché vorrebbe dire che il progetto di “compliance aziendale” con il quale Agec giustificò l’arrivo di Russo sarebbe stato costruito ex post. In merito alla valutazione dell’operazione sembrano sussistere ben pochi dubbi circa la sua legittimità: l’avvocato Balbi ha già avanzato la convinzione che la mobilità in ingresso con cui Russo è stato portato in Agec in assenza di una selezione pubblica sia da considerarsi un atto nullo e adesso – ha concluso Bertucco - l’amministrazione non può più far finta di nulla».
In serata, il consiglio ha approvato all’unanimità (29 consiglieri presenti) l’ingresso nel regolamento di Polizia Urbana del daspo urbano.