COSA PUÒ ESSERE VENEZIA
Proteste per i troppi rumori, cambiate le rotte degli aerei
In questa strana Venezia assediata dal turismo di massa come se fosse una sorta di disgrazia senza rimedio, in una splendida sera di fine giugno si scopre che c’è un campo da calcio dimenticato, a due passi dalla zona portuale di Santa Marta e dentro i confini universitari dello Iuav, dove il 31 luglio 1977 Dario Fo e Franca Rame misero in scena Mistero buffo, e ora, su suggerimento del rettore Alberto Ferlenga, l’estro di Maria Luisa Frisa, direttore del corso di laurea di Moda, con la collaborazione di Mario Lupano e Cristina Zamagni che ne sono autorevoli insegnanti, ha organizzato le sfilate di fine anno accademico per far vedere di quanta fantasia e quanta professionalità dispongano gli allievi della scuola e del corso di laurea magistrale. Allievi che ormai sono pronti al grande balzo nella competizione del fashion nazionale e internazionale.
La serata ha offerto un vero spettacolo con regia, scene, esibizione di fotografi, intermezzi performativi e sequenze musicali che accompagnavano lo scorrere di modelle e modelli -anch’essi studentimessi alla prova da abiti eleganti, bizzarri e stravaganti.
Non ho competenza per giudicare il lavoro di sperimentazione frutto di un intenso anno di ricerche e di confronti, ma l’idea che nei vecchi magazzini di Ligabue, di fronte a Sacca Fisola, dove si stoccavano le merci in arrivò o in partenza, ora che il porto commerciale si è trasferito nelle aree industriali dismesse di Porto Marghera...
Ai coreani basta una VENEZIA collinetta per indossare abbigliamento tecnico da capo a piedi e organizzare una gita fuori porta. Ecco che nella loro vacanza tra San Marco e il Lido hanno deciso di programmare una camminata in montagna se da quando è stato inaugurato il volo diretto della Asiana Airlines VeneziaSeoul (1 maggio) il territorio Bellunese è stato «invaso» dagli asiatici come mai si era visto prima. Segno dei tempi, ma soprattutto delle nuove destinazioni introdotte dall’aeroporto Marco Polo che trasforma l’estate 2018 in quella dei record.
E’ sufficiente dare un’occhiata ai movimenti giornalieri dell’ultima settimana (e i picchi devono ancora essere raggiunti) per avere la conferma: 314 venerdì, praticamente un volo ogni due minuti, considerando che di notte gli aerei non decollano o atterrano. E’ la politica del presidente di Save Enrico Marchi che mette a segno un record dietro l’altro puntando per fine anno a 11 milioni di passeggeri (erano 10,3 l’anno scorso e a maggio il trend segna già un +7,4 per cento). Gli danno una mano la ripresa economica e il turismo che non smettono di aumentare. Lo confermano i numeri dei visitatori della Serenissima, ma anche quelli delle auto e dei tir che attraversano le autostrade del Veneto. «Chi arriva da lontano non visita solo Venezia, ma ciò che il territorio offre», spiega Camillo Bozzolo, direttore commerciale e sviluppo aviation della società di gestione dell’aeroporto Marco Polo.
La gita in montagna dei coreani è un esempio, ma l’equazione può essere vista anche al contrario. I voli in partenza da Tessera attraggono cittadini sloveni, tanto che ogni giorno ci sono una quarantina di pullman e pulmini che collegano Lubiana con l’aeroporto. E il collegamento con Chicago (attivo dal 5 maggio con la American Airlines) ha permesso di far arrivare in Laguna passeggeri da diciassette città statunitensi che mai prima d’ora avevano fatto registrare un loro residente a Venezia. Adesso l’obiettivo di Save è di ripercorrere sui cieli la via della Seta creando un collegamento diretto con Pechino. Ormai l’accordo è in dirittura d’arrivo e darà un’ulteriore spinta ai turisti orientali (da quando è stato introdotto il collegamento diretto della Emirates con Dubai i passeggeri degli Emirati Arabi sono aumentati del 20 per cento).
Nel frattempo l’estate porta oltre trecento voli al giorno grazie soprattutto a Easyjet che ha aumentato il numero degli aeromobili basati su Venezia (passati da cinque a sette) introducendo tredici nuove destinazioni, investendo anche sulle tratte domestiche con voli con Napoli, Catania, Brindisi e Cagliari. Non è un caso infatti se la compagnia low cost inglese rappresenti il vettore principale dell’aeroporto veneziano con il 28 per cento dei collegamenti totali. A distanza (parecchia) c’è Volotea — altra compagnia low cost che ha puntato sul Marco Polo realizzando la sua più grande base in Italia — con la quale è possibile raggiungere 35 destinazioni, diciotto delle quali in esclusiva.
Il picco dei voli è al mattino fino a mezzogiorno e nella seconda parte del pomeriggio, soprattutto in questi mesi in cui i movimenti al giorno passano dai 240 di tutto l’anno ad oltre 300 (in alcuni momenti ci sono 28 movimenti all’ora, la pista ne permette 32). «Il presidente Marchi sottolinea spesso le opere di compensazione che realizza Save, noi pensiamo invece che la tutela dei cittadini deve avvenire con uno sviluppo diverso dell’aeroporto», dice la consigliera di Forza Italia Deborah Onisto eletta nella Municipalità di Favaro dove si trova lo scalo. La convivenza tra aeroporto (soprattutto se si sviluppa ai ritmi del Marco Polo) e cittadini infatti non sempre è tranquilla. I residenti hanno più volte lamentato l’inquinamento, in particolare acustico, chiedendo interventi riparatori e una riduzione dei voli notturni. «Abbiamo cambiato la rotta degli aerei, creando una sorta di binario sui cieli che i piloti devono seguire prima di virare e prendere la loro rotta evitando così di passare nei centri abitati di Ca’ Noghera e Portegrandi — spiega Davide Bassano, direttore qualità di Save —. Venezia rappresenta un riferimento virtuoso nel settore, abbiamo sempre cercato di programmare gli interventi di sviluppo rapportandoci con i cittadini avendo particolare attenzione a temi come il rumore o la mitigazione».