Viviani da sogno conquista anche la maglia tricolore
Capolavoro al traguardo di Darfo Boario, l’ennesimo di una stagione memorabile. «Io tricolore, ho i brividi»
Nel giorno dell’addio di VERONA Damiano Cunego, Elia Viviani regala un’altra impresa in questa incredibile stagione di successi (sono 14 in tutto): vince nel Bresciano il campionato italiano su strada, battendo al traguardo Pozzovivo e Visconti, al termine di una gara difficile che non lo vedeva favorito. «Io in maglia tricolore, ho i brividi».
Era un sogno, e forse pure un po’ pazzo, ma Elia Viviani oltre alle qualità che si ritrova, sa mettere sui pedali anche il cuore. Un modo per dire che se ci credi, nulla è impossibile. Il ventinovenne di Vallese è il nuovo campione d’Italia. Il titolo italiano è il 14mo successo di una stagione da incorniciare. Il guardaroba di casa, peraltro già arricchito quest’anno dalla maglia ciclamino al Giro d’Italia e quella rossa all’Adriatica Ionica Race, s’impreziosisce ora della casacca tricolore, quella più ambita. Lui la veste in una giornata davvero particolare, quella dell’addio al ciclismo di un altro veronese, il Piccolo Principe Damiano Cunego (per lui mille bottiglie di Montepulciano d’Abruzzo donategli dal patroni della Nippofantini), in un ideale passaggio di testimone tra due campioni del ciclismo di casa nostra.
Dalla Lessinia alla Bassa: tutto vero, non è un film. E se credete al destino, è giusto che sia andata proprio così. «Il Tricolore è forse troppo duro per me, ma non si sa mai e vorrei provarci. È un tipo di percorso disegnato come una classica: sullo strappo ai meno 4 km dal traguardo bisognerà stringere i denti». Così Elia Viviani commentava alla vigilia il campionato italiano di Darfo Boario. Analisi lucida di un buon profeta: una corsa con 3000 metri di dislivello non sarebbe infatti il terreno più adatto ai velocisti, ma Elia sapeva che se fosse riuscito a tener duro e rimanere insieme ai migliori nel finale sullo strappo con 200 metri al 17% a 4 km dall’arrivo, allo sprint avrebbe avuto ottime carte per provare a prenderlo il suo sogno. Così puntualmente è stato. La corsa si è rivelata dura e, come da previsione, tutto si è risolto all’ultimo giro. Il capolavoro di Viviani è stato riuscire a rimanere sulle ruote di uno scalatore puro come Domenico Pozzovivo sul duro strappo decisivo. Nonostante su di loro fosse piombato Giovanni Visconti, compagno di squadra di Pozzovivo alla Bahrain-Merida, Viviani non si è fatto attanagliare, ma ha esploso il suo spunto rabbioso ed è andato a vincere nettamente. Appena tagliato il traguardo, si è accasciato sull’asfalto lasciandosi andare a un pianto liberatorio. Queste le sue parole: «Non ho mai vestito il tricolore in corse su strada. Mi era accaduto solo in pista, ed è un sogno che si avvera. Pensare che per un anno sarò la bandiera del nostro ciclismo mi mette i brividi. Sinceramente non avrei mai pensato di vincere così, speravo nell’arrivo di un gruppetto folto ai piedi dell’ultimo strappo, invece...». Poi ritrova fiato e prosegue: «Questo titolo è frutto di un’evidente maturazione fisica e mentale. Sullo strappo finale avevo i crampi ma sapevo che se scollinavo, potevo battere i due del Bahrain anche se ero da solo. Finita la salita ho capito che al 90 per cento era fatta, anche se c’era ancora da disputare la volata. Questo è un giorno da segnare sul calendario, vista la bella vittoria di Elena (Cecchini, la sua fidanzata, ndr), che ha conquistato l’oro nella crono dei Giochi del Mediterraneo. Lei di maglie tricolori ne ha vinte già tre, era ora che cominciassi anch’io». Per Viviani sono arrivati i complimenti del presidente della Regione Veneto Zaia: «Gioisco insieme al nostro campione veronese: la maglia tricolore che ha vinto oggi è il giusto premio alla sua bravura, alla sua caparbietà, a quella sua costante voglia di migliorarsi e di vincere sia su strada che su pista. Bravo Elia!».
Ora Elia Viviani si concederà qualche giorno di vacanza. Non lo vedremo al Tour, ma lo ritroveremo a sprintare sulle strade della Vuelta a fine agosto. Con la maglia tricolore, ovviamente.
Non mi aspettavo di vincere così, questo è un altro sogno che si avvera
Fantastico, la mia fidanzata Elena intanto vinceva ai Giochi del Mediterraneo