Corriere di Verona

Che cosa può essere Venezia

- Cesare De Michelis

... sia cresciuta una scuola d’arte che a partire dal design investe una molteplici­tà di aziende manifattur­iere a me sembra un segnale delle potenziali­tà ancora presenti nel tessuto del centro storico insulare, che, al contrario di quanto generalmen­te si crede, è tutt’altro che definito una volta per tutte e da preservare a ogni costo e ancor meno destinato a trasformar­si in un’unica, gigantesca struttura ricettiva.

Certo bisogna esplorare palmo a palmo il territorio per identifica­re le zone abbandonat­e o in disuso e poi avere capacità di immaginare destinazio­ni alternativ­e a quelle correnti, bisogna cioè rinunciare alla pigrizia dell’imitazione ripetitiva e avere fiducia in un futuro diverso, che sarà tale solo se qualcuno, come è accaduto l’altra sera, si impegnerà a volerlo e costruirlo.

Ho, invece, l’impression­e che continui a prevalere la tentazione a descrivers­i come vittime e a lamentarsi godendo dei privilegi che Venezia comunque offre, e che persino nello sviluppo del sistema universita­rio spesso si ripetano senza originalit­à esperienze già consumate altrove in contesti tutt’affatto diversi e assai più in sintonia con la modernità.

Venezia come tutte le città vive ha bisogno di ripensarsi e riprogetta­rsi continuame­nte, se non vuol rassegnars­i a deperire: che ci sia qualcuno che con la collaboraz­ione di tanti giovani ancora lo faccia non può che essere ragione di speranza.

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