«Arena, no alla copertura» Il soprintendente boccia l’idea di Tosi e Mr Calzedonia
Magani: «Troppo impattante». Soddisfatto il sindaco Sboarina
Il soprintendente ha detto no. Ed è un no secco, quello con cui Fabrizio Magani, soprintendente alle Belle Arti, ha respinto la proposta di realizzare una copertura per l’Arena di Verona. Magani ricorda come Palazzo Barbieri abbia bandito un concorso in materia (sponsorizzato con 100 mila euro da Sandro Veronesi di Calzedonia), vinto da un raggruppamento di architetti tedeschi. La loro idea era quella di realizzare un anello perimetrale sul bordo superiore dell’Anfiteatro, dove sarebbero stati raccolti i teli di copertura, consentendo una rapida operazione di apertura e chiusura. La struttura avrebbe occupato la gradinata più alta, ma il soprintendente giudica «assai invasiva» la presenza dei sostegni verticali e afferma che il progetto non tiene conto del «sistema complesso dell’Anfiteatro, considerandolo piuttosto come luogo dello spettacolo».
Il nuovo «velario», inoltre, produrrebbe «un’alterazione del monumento, perché la nuova copertura invade le strutture storiche comportando di fatto l’asportazione delle parti in corrispondenza dei sostegni strutturali del ring di copertura». Dal punto di visa paesaggistico, prosegue Magani, «il manufatto sarebbe una presenza stridente… alterando in modo negativo l’immagine esterna dell’immobile…e andrebbe a incidere sull’immagine di una delle principali piazze del centro storico di Verona».
Più in generale «la scelta di coprire l’Arena verrebbe a configurare l’edificio come esclusivo contenitore da spettacolo» e «annienterebbe l’aspetto peculiare dell’anfiteatro come struttura aperta».
Quanto alle coperture di altri monumenti simili, il soprintendente afferma che «a differenza di quanto è in via di realizzazione nel Colosseo, il progetto non appare destinato a garantire un uso ‘vivo’ dell’edificio, dal momento che ciò già avviene per almeno sette mesi l’anno», mentre “intervento su anfiteatri romani, quale in particolare l’Anfiteatro di Nimes, non hanno prodotto un coerente e appropriato risultato rispetto all’identità del bene e l’effetto appare quello di una sostanziale alterazione del monumento».
Deluso Flavio Tosi, che peraltro continua a dirsi favorevole alla copertura. «Lo stesso soprintendente – dice Tosi – spiega nelle premesse che il tema richiederebbe uno sviluppo quanto meno a livello di progetto definitivo di quella che è una mera idea. Nella parte finale, poi, il soprintendente cita come esempio negativo la copertura dell’Arena di Nimes, ma immagino che anche in Francia esistano Soprintendenze non meno affezionate di quelle italiane ai loro beni archeologici: eppure la copertura è stata fatta, e a Nimes il progetto era molto più impattante. In ogni caso – conclude l’ex sindaco – stiamo parlando di valutazioni teoriche e personali, visto che il progetto definitivo non c’è e che la giunta Sboarina è sempre stata contraria, ragion pe cui la copertura (cui noi restiamo favorevoli) non si sarebbe comunque fatta».
Decisamente soddisfatto, al contrario, Federico Sboarina. «La soprintendenza afferma che la copertura dell’Arena così come proposta dall’amministrazione Tosi – sottolinea il sindaco - rappresenta una sostanziale alterazione del monumento, e il parere è negativo da tutti i punti di vista: archeologico, culturale, storico e paesaggistico. Il soprintendente – aggiunge Sboarina - esprime in maniera compiuta ciò che ho sempre pensato: il nostro anfiteatro è un ”unicum nel panorama mondiale dei beni culturali”, la nostra responsabilità è quella di preservarla per altri duemila anni e per questo abbiamo utilizzato l’Art bonus di 14 milioni di euro per lavori che attendevano invano di essere fatti da tempo, mentre la copertura dell’anfiteatro è un altro esempio dei tanti progetti passati già bocciati dal voto dei cittadini veronesi».
La soddisfazione Secondo Sboarina erano troppi i pareri contrari alla realizzazione dell’opera
La delusione Secondo Tosi non esistono ragioni per non realizzare la copertura dell’Arena