L’intesa
Tutela Valpolicella L’«interpol» contro i vini falsi sul web
Consorzio Presidente e direttrice, Sartori e Bussinello
Tolleranza zero. Come le grandi griffe della moda, la Valpolicella lancia il suo attacco alla contraffazione. Solo negli ultimi tre anni in Nordamerica, Europa e Cina sono state intraprese 39 azioni, 25 delle quali concluse e 14 tuttora in corso. L’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari del ministero delle Politiche agricole (ICQRF) e il Consorzio Tutela Vini Valpolicella danno vita a una sorta di Interpol del vino a caccia di furbetti sul web. Nella mattinata di ieri a Sant’Ambrogio di Valpolicella, Stefano Vaccari, capo dipartimento ICQRF, e Andrea Sartori, presidente del Consorzio della Valpolicella, hanno siglato l’accordo che prevede azioni fino al sequestro di Amarone, Valpolicella, Valpolicella Ripasso e Recioto della Valpolicella fasulli in vendita online.
Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Irlanda, Danimarca e gli altri paesi scandinavi a regime di monopolio, i mercati individuati. «Stop ai falsi e a chi pensa di guadagnare sfruttando i nomi delle nostre indicazioni di qualità certificata» si legge nel messaggio inviato dal ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio. Il documento stabilisce che l’attività di tutela sia effettuata anche in collaborazione con altri organi di controllo internazionali abilitati al sequestro dei prodotti illeciti. Tra le misure contemplate dal protocollo, la nascita di un’unità operativa interna al Consorzio con personale formato dall’ICQRF dedicato al monitoraggio e alla segnalazione delle frodi sul web. A sua volta, il Consorzio metterà a disposizione un servizio di formazione e informazione sulle specificità delle denominazioni Amarone e Valpolicella per il personale degli organismi di polizia dei paesi esteri interessati. «Che questa azione di contrasto parta dalla Valpolicella è grande motivo d’orgoglio - ha detto Sartori - Questo accordo di cooperazione rafforza ulteriormente la collaborazione già in atto tra ICQRF e il Consorzio sul fronte della tutela delle denominazioni della Valpolicella, con le due inserzioni Amarone e Valpolicella tra le più imitate e falsificate sui mercati esteri». Questo il commento di Olga Bussinello, direttrice del Consorzio Valpolicella: «Il nostro prodotto rappresenta con 60 milioni di bottiglie il 7,5% del Pil export di tutto il vino italiano. Insieme a ICQRF apriamo una nuova strada. Il lavoro inizia subito e nel giro di due o tre mesi dovremmo già vedere i primi risultati».