«Inferno in casa»: dai figli accuse choc ai genitori
Percosse, privazioni, soprusi sui figli. Ieri la coppia ha chiesto l’abbreviato: lui ha un’azienda, lei insegna
Un inferno in casa. Figli «sottoposti a violenze fisiche e psichiche quotidiane», genitori indagati per maltrattamenti in famiglia. Accuse - choc quelle rivolte ieri mattina in udienza preliminare a una coppia veronese che il pm Eugenia Bertini chiede al gup Livia Magri di rinviare a giudizio. Ma è il contesto familiare e sociale che fa da sfondo alla vicenda che induce a riflettere: la coppia veronese imputata non vive ai margini o nella precarietà. Lui è imprenditore, lei insegna.
Un inferno in casa. Figli «sottoposti a violenze fisiche e psichiche quotidiane», genitori indagati per maltrattamenti in famiglia. Accuse choc quelle rivolte ieri mattina in udienza preliminare a una coppia veronese che il pm Eugenia Bertini chiede al gup Livia Magri di rinviare a giudizio. Ma è il contesto familiare e sociale che fa da sfondo alla vicenda che induce a riflettere: la coppia veronese imputata non vive ai margini o nella precarietà. Tutt’altro: sono benestanti, lui è imprenditore, lei insegna. Tra le mura domestiche, stando alla ricostruzione accusatoria delineata dalla procura scaligera, avrebbero tuttavia dato sfogo al loro lato peggiore, quello della violenza.
A farne le spese i figli, nei cui riguardi sia la madre che il padre rispondevano ieri in aula di maltrattamenti continuati. Sin dall’infanzia, si legge nel capo d’imputazione, la coppia avrebbe sottoposto a violenze fisiche e psichiche i ragazzi, offendendoli con epiteti irriferibili. «Fai schifo», avrebbero - tra i vari insulti ripetuto rivolgendosi ai figli, che «denigravano svalutando le loro azioni e mortificandoli». Ieri i difensori dei genitori, Umberto De Luca e Nicolino De Cantis, hanno chiesto il rito abbreviato condizionato all’audizione di due conoscenti che fornirebbero una diversa visione dei fatti e la prossima udienza è stata rinviata a settembre. Per adesso, è la pesantezza delle accuse ipotizzate dal pm a lasciare il segno: i figli sarebbero stati svalutati, denigrati nelle loro azioni, mortificati. I ragazzi sarebbero stati oggetto di rimproveri e percosse con frequenza quasi quotidiana anche per futili motivi: i genitori, stando alla tesi del pm, li avrebbero tirati per i capelli e per le orecchie, stringendo loro il collo e sbattendo loro la testa contro il muro, schiaffeggiandoli e colpendoli con calci, provocando loro ematomi, graffi e lesioni varie. A uno dei figli avrebbero finito per provocare una crisi epilettica, a un’altra non avrebbero pagato le tasse universitarie. Al ragazzo invece non avrebbero pagato le spese per il conservatorio e lo avrebbero ostacolato nella partecipazione ai concerti, non accompagnandolo o negandogli l’autorizzazione a riprese o registrazioni e addirittura facendogli «sparire» gli strumenti musicali per partecipare ai concerti. Il figlio piccolo, minorenne tuttora, sarebbe stato rimproverato per non essere in grado di effettuare i compiti scolastici e picchiato in caso di brutti voti. Non è ancora finita, perché la coppia è anche accusata di non aver provveduto a fare la spesa né le pulizie. Secondo la procura, la madre da un lato non avrebbe impedito che il coniuge maltrattasse i figli, dall’altro avrebbe avuto una partecipazione attiva nelle angherie. Purtroppo c’è un’ulteriore sospetto che grava sul padre e si riferisce a presunti atti sessuali che sarebbe stato costretto a subire uno dei figli: il genitore si sarebbe «toccato» davanti al piccolo, minorenne, e lo avrebbe anche seguito quando i bambino andava a farsi una doccia. Inoltre lo avrebbe a sua volta costretto a «toccarsi» in sua presenza, tenendo simili comportamenti non solo tra le mura dell’abitazione ma anche nei momenti in cui papà e figlioletto si trovavano da soli in auto.Su tale ipotesi di reato, si configura anche l’aggravante di aver commesso il fatto su un minore di 14 anni, abusando delle condizioni di inferiorità fisica e psicologica della parte lesa. In base alla ricostruzione tracciata dagli inquirenti, tutto ciò si sarebbe verificato in provincia (omettiamo ulteriori dettagli identificativi per tutelare la privacy dei minori coinvolto loro malgrado nei gravi fatti contestati) fino alla denuncia pervenuta a forze dell’ordine e magistratura nel 2015.