Il neo bocconiano che sogna il basket
Il suo sogno è quello di emulare Dan Peterson o Flavio Tranquillo, per citare due delle voci più popolari: raccontare il basket in tv dietro un microfono. La passione per la pallacanestro lo accompagna da sempre: dalla militanza nel Valpolicella Basket fino all’XXL Pescantina, fino agli spalti del Palaolimpia per vedersi la Scaligera Basket, senza perdersi i video dell’idolo dei Golden State Warriors, Stephen Curry, «Il volto umano dell’Nba», come lo definisce. Luca Piran abita a Pescantina, frazione Ospedaletto. È tra i primi cento e lode del liceo classico Maffei (i cui scrutini non si sono conclusi). A settembre diventerà un bocconiano. «Farò economia, ho superato il test a febbraio – racconta – ma ho scelto un percorso particolare, quello relativo a cultura, arte e comunicazione. Lo sento molto in continuità con i miei studi al liceo». Quest’anno i diplomati con il cento e lode nei classici saranno molto pochi. Colpa di Aristotele. Eppure, Luca è riuscito a strappare anche nella versione di greco il fatidico 15, il voto massimo. «Quando ho visto quel testo, come molti dei miei compagni di classe non sono riuscito a pensare altro che… “Cosa?”. È stata impegnativa oltre ogni immaginazione, io ho cercato di sfruttare le mie capacità e fare il meglio che potevo… non so ancora come ci sono riuscito». Finché non sono usciti i risultati degli scritti. «È stato allora che mi sono detto: “Ce la posso fare” e mi sono impegnato al massimo per l’orale». La tesina: un confronto tra il classico di Orwell, 1984 e la Ddr, tra distopia e realtà. «Mi sono fatto ispirare dal bellissimo film “La vita degli altri”. Il tema mi aveva conquistato, tanto che anche nella prima prova avevo scelto la traccia su massa e propaganda».
L’alternanza scuola lavoro l’ha portato nel mondo del volontariato sociale, alla Fondazione Fibrosi Cistica. «Se possibile, ho sempre dato una mano al mio paese: sono nella Pro Loco» spiega. Ma Luca, al Maffei è stato per qualche anno il ragazzo «del materiale audio». «Mi sono preso la responsabilità di gestire le casse e il mixer che servono per i concerti e gli eventi: ho cominciato a maneggiarli per il corso di teatro organizzato dalla scuola». Insomma, un «centino» multitasking. «Ma il risultato non si improvvisa – conclude – dietro c’è stato un grande lavoro di squadra: sono stato aiutato da molti, a partire dai miei genitori».(d.o.)