Morto l’operaio finito in moto contro un’auto
Spirato all’alba a Borgo Trento dopo l’incidente a Ca’ di David. Lavorava all’Aia di San Martino
Estate terribile sulle strade veronesi: ultima vittima l’operaio Antonio Giuseppe Giardina, morto ieri all’ospedale di Borgo Trento dopo l’incidente in moto di venerdì sera sulla statale 12 a Ca’ di David.
L’ennesima croce piantata sull’asfalto in questa estate terribile sulle strade veronesi. L’ultima vittima è Antonio Giuseppe Giardina, operaio di 41 anni di origini siciliane da anni residente a Isola della Scala con moglie e figlia. L’uomo, dipendente dello stabilimento Aia di San Martino Buon Albergo, è morto ieri all’alba all’ospedale di Borgo Trento dove era stato ricoverato a seguito del l’incidente avvenuto venerdì sera lungo la statale 12 a Ca’ di David. Terminato il turno di lavoro, era salito sulla sua moto Guzzi 850 e si era diretto verso casa, dove lo stava aspettando la moglie (la figlia adolescente si trovava in vacanza). Dopo aver superato l’abitato di Ca’ di David, verso le 20.20 all’altezza di un ex distributore, l’impatto violentissimo con una monovolume che arrivava dalla direzione opposta e che stava svoltando verso sinistra per entrare nel piazzale. La centrale operativa di Verona Emergenza ha inviato sul posto automedica e ambulanza, ma le condizioni di Giardina sono apparse da subito disperate. La polizia municipale ha chiuso il tratto di statale a lungo per riuscire a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e ad accertare le eventuali responsabilità. Su disposizione del pm Federica Ormanni, i mezzi sono stati sequestrati e ieri mattina gli agenti sono tornati sul posto.
Domani, poi, verificheranno con il gestore del distributore se le telecamere presenti abbiano registrato qualcosa di utile. Al momento, il conducente dell’auto (risultato negativo all’alcoltest) risulta indagato per omicidio stradale. Ma si tratta di un atto dovuto, in attesa di capire esattamente quanto accaduto. Resta infatti da chiarire se abbia svoltato all’improvviso tagliando la strada al motociclista o se quest’ultimo viaggiasse a una velocità tale da impedirgli di fermarsi di fronte all’ostacolo. Nella villetta a schiera di via Serenissima, dove Giardina viveva, i vicini erano increduli. «Antonio era il classico amico di tutti, sempre disponibile a dare una mano - ricordavano -. Se c’era bisogno di un lavoretto,
Serve urgentemente una legge che tuteli i motociclisti, rendendo obbligatori giubbotti o altre protezioni catarifrangenti per renderli più visibili
si poteva sempre contare su di lui perché sapeva far di tutto: era un mago nei lavori di casa». Intanto, di fronte all’ennesimo motociclista morto sulla strada, il comandante della municipale Luigi Altamura avverte: «Mai a luglio così tanti morti e feriti tra chi va in moto. Vi è un decreto legge che obbligava specifiche protezioni per i motociclisti che attende solo l’approvazione ricorda -. Serve una legge che obblighi questa categoria di utenti della strada a rendersi più visibile come nei Paesi del Nord Europa: penso a casco e giubbotti catarifrangenti».