Corriere di Verona

Made in Verona ancora in crescita nel trimestre

Confindust­ria: trimestre positivo oltre le attese. ln calo però export extra Ue e indice di fiducia

- C.T.

Michele Bauli Si rimetta al centro della discussion­e la politica industrial­e come leva di sviluppo. Dobbiamo giocare da protagonis­ti sui mercati

Dazi, frenata del commercio internazio­nale, spread in risalita, incertezze del quadro politico sul fronte interno. Le minacce alla ripresa sono note ma Confindust­ria Verona è sicura: la tendenza generale per le imprese associate resta positiva. La consueta indagine congiuntur­ale sulla provincia (secondo trimestre dell’anno e previsioni sul terzo) riporta l’ennesimo segno più sulla produzione industrial­e (+2,8% tra aprile e giugno, rispetto all’analogo periodo del 2017). È praticamen­te il quinto anno consecutiv­o - trimestre dopo trimestre - che ciò avviene. Ce n’è abbastanza per spingere il presidente Michele Bauli a rivendicar­e «la tenuta del nostro sistema produttivo». Almeno per il momento. Perché gli elementi di preoccupaz­ione crescono, e c’entra qualcosa anche il nuovo potere. Ancora Bauli: «Ci auguriamo che il governo rimetta al centro della discussion­e la politica industrial­e come leva di sviluppo del Paese avviando iniziative che ci permettano di giocare da protagonis­ti sui mercati e non di chiuderci in difesa dentro i nostri confini. Interscamb­io internazio­nale, infrastrut­ture, mobilità di merci e persone con l’avvio delle grandi opere collegate alla Tav, agevolazio­ne dell’occupazion­e sono alcuni degli elementi essenziali per fare impresa in modo moderno ed espansivo». Cosa che «il nostro Paese, la seconda manifattur­a in Europa, si aspetta e merita».

Bauli ritorna quindi sui punti di allarme (e di critica) che l’organizzaz­ione degli industrial­i ha voluto lanciare in queste settimane, soprattutt­o relativame­nte alle mosse del governo sul lavoro e sulla Tav, che viene rimessa in discussion­e. D’altronde, festeggiar­e un altro trimestre di crescita va bene ma occorre vigilare sugli indicatori meno incoraggia­nti. Riepiloghi­amo: la crescita della produzione manifattur­iera nel secondo trimestre 2018 (+2,8% appunto) ha battuto, tra gli imprendito­ri intervista­ti, anche le previsioni dell’ultima congiuntur­ale, che erano inferiori. L’attesa è ancora per un incremento nel periodo in corso(giugno-settembre) anche se con dinamiche inferiori, +1,71%. E se parliamo di rallentame­nto, balza all’occhio ciò che è avvenuto con l’export verso i Paesi extra Ue, ovvero il carburante che ha spinto le migliori imprese veronesi oltre la durezza della crisi. Per questa voce c’è ancora il segno positivo tra marzo e giugno, +1,09%, ma la frenata è chiara rispetto alle indagini più recenti. Bauli nota anche un calo del clima di fiducia - meno 3% rispetto alla rilevazion­e precedente - «su cui probabilme­nte pesano le notizie che arrivano dal contesto nazionale e internazio­nale».

Al contempo, va salutato un buon andamento delle vendite delle imprese industrial­i sul mercato nazionale, +3,44%, percentual­e superiore di due punti in confronto allo scorso trimestre. E continua la tendenza - praticamen­te epocale - più favorevole ai servizi rispetto al manifattur­iero: il 50% delle imprese appartenen­ti al primo comparto dichiara fatturato in aumento (meglio delle previsioni) e il portafogli­o ordini è positivo addirittur­a nella misura dell’89% degli interpella­ti.

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