Sorpresa, ora le maestre iniziano a mancare nelle scuole d’infanzia
Maestre di scuole per l’infanzia cercansi. Il primo turno di nomine in ruolo per il prossimo anno scolastico in Veneto si apre con diciassette cattedre vuote. Cattedre si fa per dire, dato che si tratta della scuola d’infanzia. Una situazione che ha sorpreso anche i sindacalisti presenti ieri all’Ufficio Scolastico Regionale, che si aspettavano al massimo poche defezioni, in quello che è stata sempre negli ultimi anni una posizione che vedeva lunghe liste d’attesa. Verona è una delle province dove mancano all’appello più maestre: sei. Davanti c’è la provincia di Venezia, con otto posti liberi, segue Rovigo con tre. «Evidentemente – afferma Alessio Rebonato, segretario provinciale della Cisl Scuola di Verona – alcune insegnanti hanno già trovato posto altrove, probabilmente, quei 17 posti verranno riassegnati in seguito». Si tratta comunque di un segnale, in quella che si annuncia essere una delle tornate a prima vista meno numericamente rilevanti degli ultimi anni. Non è un caso che le nomine avvengano quasi esclusivamente al provveditorato di Venezia: a Verona si faranno solo operazioni secondarie. «Ci saranno necessariamente dei rallentamenti dovuti alla burocrazia – prosegue Rebonato – pensiamo solo all’assegnazione delle scuole vacanti, che dovrà aspettare le nomine dalla graduatorie ad esaurimento e che quindi arriverà a fine mese». Ma il rischio più concreto riguarda le scuole primarie. Le sigle ipotizzano che sarà difficile coprire, a livello provinciale, quasi 500 posti: 315 per mancanza di persone rimaste nella graduatoria ad esaurimento e oltre 150 per i pensionamenti, a cui segue un turnover dai numeri non adeguati. Complica tutto la disputa delle maestre diplomate, quelle non in possesso di laurea in scienza della formazione primaria, su cui manca ancora una risoluzione definitiva.