Corriere di Verona

Rapina e ferisce una senzatetto preso grazie a immigrato senegalese

Decisiva la segnalazio­ne del testimone al 113. Aggressore già scarcerato

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Domenica mattina in lungadige San Giorgio. La città è ancora mezza addormenta­ta e in giro c’è solo qualche runner che spera di riuscire ad allenarsi evitando la morsa dell’afa. Lei, senza fissa dimora veronese con a un passato difficile, sta ancora dormendo su una panchina all’ombra degli alberi. Il suo cuscino? La borsetta in cui tiene tutti i suoi averi. Il risveglio è brusco e doloroso. Una fitta proprio sopra lo zigomo destro, nemmeno il tempo di aprire gli occhi e vede la sagoma di un uomo che si allontana barcolland­o verso Ponte Pietra. Stringe al petto la sua borsetta: il suo tesoro. La poveretta chiede aiuto, ma non ha più nemmeno il cellulare e non può chiamare la polizia. È spaesata e spaventata: la guancia le fa male e non ha avuto ancora nemmeno il tempo di realizzare quel che è successo. Per sua fortuna, un ragazzo senegalese che sta pedalando lungo la ciclabile, la nota e le si avvicina. Capisce subito quel che è successo e nota il malvivente che si sta dileguando. È lui, allora, a chiamare il 113 e a chiedere l’intervento di una volante. La descrizion­e del rapinatore è precisa: indossa una maglietta arancione fosforesce­nte e cammina zoppicando. Gli agenti impiegano pochi secondi per rintraccia­rlo e riconoscer­lo. All’altezza del Teatro Romano bloccano Francisc Ciobanu, romeno di 59 anni e lo trovano in possesso della borsetta della vittima: non aveva nemmeno tentato di svuotarla e abbandonar­la in un cestino, contando probabilme­nte sulla possibilit­à di non essere stato visto da nessuno. Il benefattor­e senegalese lo ha pedinato a debita distanza e racconta la sua versione dei fatti alla polizia, prima che gli agenti tornino in questura con l’arrestato. La poveretta, invece, viene soccorsa dal 118 e accompagna­ta all’ospedale di Borgo Trento: la ferita è stata giudicata guaribile in una settimana. Ciobanu, ieri mattina, è comparso in direttissi­ma di fronte al giudice Maria Elena Teatini per la direttissi­ma. Ancora un po’ ubriaco, difeso dall’avvocato Alessio Regagliolo, ha chiesto scusa ed è stato rimesso in libertà in attesa del processo fissato ad ottobre: per lui divieto di dimora in provincia di Verona.

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Sul posto La polizia sul lungadige

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