Crollo di Genova, aiuti dal Nordest Ponti e viadotti, il dossier veneto
Da Belluno, Venezia e Padova partite le unità cinofile Nel rapporto alla giunta 14 opere «su cui intervenire»
Come stanno i nostri ponti e viadotti? La domanda nasce a Genova, con il crollo di ponte Morandi (in foto), e rimbalza in Veneto. La risposta, dopo un primo giro d’orizzonte è rassicurante. Veneto Strade ha già completato il monitoraggio sullo stato di salute di 300 manufatti sulle Regionali. Sette in pianura e altrettanti nel Bellunese hanno bisogno di interventi: giunta regionale e commissione Infrastrutture decideranno le priorità. Anche la parziale verifica sui manufatti autostradali dà buon esito. Dal Veneto tre unità cinofile in aiuto in Liguria.
«I lavori e lo stato del VENEZIA viadotto erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza...». É la nota di Autostrade per l’Italia, l’ultima parte. La società, che, tramite Atlantia, ha nel gruppo Benetton il primo azionista, gestisce l’autostrada A10. Poche righe diffuse ieri, qualche ora dopo il crollo del ponte Morandi, a Genova. Secondo fonti dei vigili del fuoco, nel collasso del viadotto «ci sono almeno 35 vittime», anche se la prefettura genovese, ieri, a tarda sera, consegnava ancora il dato ufficiale di 20 morti, tra cui un bambino. Tragedia, catastrofe, disastro: le parole per simili eventi, sempre le stesse, pesano poco o nulla. Di fronte al crollo di un ponte (fatto che, in un Paese che le opere, grandi e meno grandi, le sogna, le vuole, le osteggia, talvolta le fa a metà e talaltra le fa purtroppo) ha più peso la domanda di certezza sullo stato delle opere che ci circondano. Ponti, viadotti e cavalcavia che attraversiamo ogni giorno, magari più volte al giorno, sono controllati? Solidi? Sicuri?
La prima ricognizione, per quanto parziale, ottiene una risposta rassicurante. Cominciamo dalla Regione, che, per l’anno in corso e i due che verranno, ha stanziato 15 milioni di euro per monitoraggio e manutenzione dei manufatti, (leggi ponti e viadotti) che punteggiano le arterie di sua competenza: le strade regionali. I controlli sono affidati a Veneto Strade. Il braccio operativo di palazzo Balbi, che già aveva incassato 300 mila euro per le verifiche «ha completato il monitoraggio sui trecento tra ponti e cavalcavia» della rete regionale . «Abbiamo già inviato il rapporto - fa sapere l’ad di Veneto Strade, Silvano Vernizzi -, indicando le priorità di intervento».
Spetta ora alla giunta guidata da Luca Zaia stabilire l’ordine degli interventi, sentita la commissione per le infrastrutture. Ancora Vernizzi: «In pianura ci sono sette strutture che necessitano di interventi (il termine tecnico è ammalorati, ndr). Altre sei, sette sono nel Bellunese». Nel Veronese (3), Veneziano (2), Trevigiano (2) e Polesine (1) le opere che chiedono un tagliando. Bene essere chiari: non si parla di pericolo di crollo, tantomeno imminente: si tratta di manutenzione, più o meno profonda. L’ad di Veneto Strade spiega anche la tecnica che si adotterà: «Ripristino tattico con fibre di carbonio». In pratica, sarà rinnovata e rinforzata con degli inserti l’armatura del cemento. Domanda: i soldi stanziati bastano? «Quindici milioni in tre anni sono una buona cifra».
E le autostrade? Sabatino Fusco, direttore tecnico di Cav, è più che rassicurante. Nei settanta chilometri gestititi dalla società in cui Regione e Anas sono azionisti alla pari «facciamo costantemente monitoraggio e manutenzione. Per il primo, tre anni fa abbiamo sviluppato uno strumento particolarmente raffinato (un software, ndr) con il dipartimento di Ingegneria civile dell’ateneo di Padova. Le nostre ottanta opere d’arte (viadotti, cavalcavia e simili,
ndr) sono tutte sotto controllo e non ci sono situazioni critiche. Gli altri gestori autostradali (in regione sono Autostrade per l’Italia, Serenissima e Autovie Venete, ndr) hanno procedure simili alle nostre. La situazione dovrebbe essere omogenea».
Nelle ore successive al collasso del viadotto Polcevera, Luca Zaia ha telefonato a Giovanni Toti. Al presidente della Liguria, il governatore ha ribadito la disponibilità delle strutture di soccorso del Veneto ad intervenire a Genova, in caso di richiesta, «in qualunque momento». Ieri, su richiesta del Centro Operativo Nazionale, sono state inviate sul disastro tre unità cinofile del nucleo regionale dei vigili del fuoco del Veneto per il soccorso e la ricerca di dispersi. Da Mestre il border collie Jeffrey, col proprio conduttore. Il comando di Belluno ha inviato Jacob, un Nuova Scotia duck tolling retriever, e conduttore. Da Padova, infine, è partito Lapo, labrador di tre anni. Per Jacob e Lapo è la seconda, delicatissima trasferta fuori regione nel giro di pochi giorni. Il 7 agosto scorso erano stati inviati a Bologna, per l’esplosione dell’autobotte di gpl in autostrada.