Gay aggrediti, bufera politica
«Derisi e schiaffeggiati in Bra». Pioggia di reazioni. Ma Sboarina: la città non è omofoba
«Non abbiamo provocato nessuno». La coppia gay aggredita sabato in Bra racconta: «Stavamo tenendoci per mano e siamo stati prima insultati e poi aggrediti». Sull’episodio si è scatenata una bufera politica, sabato si terrà un corteo.
Battiti e Lega In questa città ogni persona è la benvenuta
Pd
Colpa del clima di intolleranza sia a livello locale che nazionale
«Non abbiamo provocato VERONA nessuno». Sgomberano il campo da possibili alibi ed eventuali giustificazioni: «Stavamo camminando tenendoci per mano e siamo stati prima insultati e poi aggrediti». Uno schiaffo in pieno volto e spintoni, ma è la paura ad aver lasciato le cicatrici più profonde. Angelo Amato, 59 anni, e il suo compagno Andrea Gardoni, 23, non hanno però intenzione di nascondersi e hanno deciso di denunciare pubblicamente e alla polizia quanto hanno subìto sabato sera in piazza Bra. Un’«aggressione omofoba» che ha scatenato dure reazioni di condanna anche da parte di due esponenti della maggioranza dell’amministrazione comunale, finita più volte al centro del dibattito politico per la sua linea tutt’altro che «gay friendly». Le voci sono quelle delle consigliere Maria Fiore Adami (Battiti) e Laura Bocchi (Lega): «L’ignoranza e la violenza purtroppo esistono e albergano ovunque, ma questi ragazzini non rappresentano Verona e l’idea che come amministratori abbiamo della nostra città».
«A Verona ogni persona per bene è la benvenuta - ha detto Bocchi -, gli unici che non sono benvenuti sono gli ignoranti, che possono trovare altrove sfogo per la loro mancanza di intelligenza e necessità di dare un senso alle loro vuote vite». Il gruppo consiliare del Pd chiede al sindaco Federico Sboarina «un segnale chiaro e una ferma condanna». «Le responsabilità sono da individuarsi in un clima di intolleranza che la politica sia a livello locale che nazionale sta fomentando con dichiarazioni irresponsabili contro categorie esposte ma anche con i silenzi di fronte a fatti che meritano la massima condanna politica e morale». E nel pomeriggio il primo cittadino replica: «Come ho già ribadito in altre occasioni, a Verona non è accettata alcuna forma di intolleranza e tantomeno di violenza. Sul caso di piazza Bra non è ammessa nessuna forma di strumentalizzazione e attendo l’esito delle indagini per capire l’esatta dinamica dei fatti.In ogni caso, gli episodi di violenza e intolleranza vanno sempre condannati, senza se e senza ma». Sulla stessa linea del sindaco anche il governatore Luca Zaia: «Chi ha compiuto questo gesto - dice – è un incivile prepotente. La violenza, in qualsiasi modo e verso chiunque si manifesti è deprecabile, va respinta senza indugi e perseguita. Così deve essere anche nel caso della coppia gay».
Intanto la sinistra e le associazioni in difesa dei diritti degli omosessuali, hanno organizzato per sabato alle 16 una manifestazione per marciare «mano nella mano» in pieno centro: «Chi dobbiamo ringraziare per questo ennesimo gesto di intolleranza omofoba? Siamo convinti che ci siano anche dei mandanti morali, forse proprio quei personaggi politici che a livello istituzionale negli ultimi mesi hanno lavorato per riaccendere e alimentare l’odio nei confronti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali di Verona». I protagonisti - loro malgrado della vicenda si sfogano al telefono. Angelo e Andrea, veronesi residenti in provincia, convolati a nozze nei mesi scorsi in Spagna, non vogliono tacere: «Non deve capitare ad altri. Non è la prima volta che succedono episodi del genere a Verona, abbiamo anche partecipato alle manifestazioni per denunciare il clima d’odio». «Insulti, risatine, occhiatacce sintetizzano -. Non si vive bene». Parole dettate anche dalla brutta esperienza di sabato sera. «Eravamo stati in una gelateria in via Roma e stavamo ritornando verso via Pallone per recuperare l’auto. Sarà stata mezzanotte circa - ricorda Angelo -. All’altezza della Gran Guardia, abbiamo camminato sulla carreggiata invece che salire sul marciapiede. Certe volte è come se ti sentissi che potrebbe succedere qualcosa...». Nemmeno il tempo di mettere a fuoco quella percezione e un gruppetto di giovani sui vent’anni seduto sulle gradinate del palazzo, li ha apostrofati: «Finocchi, femminucce, cul .... oni». A quel punto i due, «colpevoli» del semplice fatto di tenersi per mano, si sono girati e hanno chiesto spiegazioni. «Saranno stati cinque o seiprosegue -. Tra noi e loro c’era la ringhiera spartitraffico ma sono riusciti comunque a tirare uno schiaffo in pieno volto ad Andrea e poi a spintonarmi, dicendo che noi non potevamo stare lì». Un agente della polizia municipale, vedendo la scena, ha iniziato a soffiare nel suo fischietto. E il gruppetto si è dileguato. «Non sono riusciti a identificarli» puntualizza Angelo che ha poi chiamato la questura. «Siamo stati in ospedale (Andrea è stato dimesso con tre giorni di prognosi, ndr) e poi abbiamo trascorso la notte in questura per formalizzare la denuncia negli uffici della Digos: sono stati gentilissimi». E la Digos sta già analizzando i filmati delle telecamere della Bra per risalire alle identità della banda.