Agsm, primo dg al femminile per la multiutility
Nominata Daniela Ambrosi. Croce: «In prima linea con lei per lavorare all’aggregazione con Vicenza»
Vento nuovo ad Agsm. Va infatti all’avvocato Daniela Ambrosi la nomina a primo direttore generale donna nella multiutility controllata dal Comune scaligero.Ma con la fusione con Aim il dg potrebbe cambiare ancora.
Il presidente L’idea resta di firmare il protocollo per l’unione entro la fine dell’anno
«È un momento topico, VERONA per Agsm. C’è l’attuazione del piano strategico 20182021. E c’è la coltivazione del (rilanciato, ndr) progetto di fusione con Aim Vicenza nell’ottica più ampia di creare la Multiutility del Veneto. L’avvocato Daniela Ambrosi conosce le dinamiche della nostra azienda meglio di chiunque altro, con me ha presentato quel piano e con me sarà in prima linea da settembre nel tavolo di concertazione con Vicenza: è una figura di garanzia». Accartocciata la selezione esterna («hanno partecipato in tanti ma il cda non l’ha ritenuta soddisfacente»), il percorso verso la fusione tra Agsm e Aim Vicenza conosce ora un nuovo passaggio con la nomina del primo direttore generale donna nella multiutility controllata dal Comune scaligero. Si tratta dell’avvocato Ambrosi. Lei che secondo Michele Croce, presidente di Agsm, è figura «essenziale e perfetta per questo momento storico». Lei che copre ora una casella che lo stesso Croce, un mese fa, aveva lasciato intendere di poter congelare, dicendo: «La nomina del dg? Aspettiamo la fusione».
Anni 52, veronese di San Bonifacio, già procuratore speciale Agsm dall’agosto 2017 e alla direzione legale dal 2006, la nomina di Ambrosi – cda di venerdì scorso, nessun voto contrario – non è vincolante circa il futuro dg della società che nascerebbe dalla fusione: «L’idea con Aim Vicenza è firmare il protocollo entro l’anno – spiega Croce – e poi scegliere insieme il nuovo dg». Idea cui fa idealmente cenno di sì, proprio da Vicenza, il sindaco Francesco Rucco, in carica dal 10 giugno scorso e chiamato per settembre a decidere se nominare un nuovo amministratore unico di Aim (parrebbe la scelta più probabile) o confermare l’attuale, Umberto Lago: «Premesso che non entro ovviamente nella scelta locale di Verona, per il ruolo di nuovo dg a fronte di una fusione si andrebbero a valutare le figure presenti dopodiché, sì, non è detto che non si cambi. Noi siamo appena arrivati e a settembre riprenderemo il tavolo con Agsm per capire se ci sono le condizioni per l’operazione».
Intanto la stessa Agsm s’è vista confermare il rating «A3.1», cioè di «azienda con fondamentali solidi, una buona capacità di far fronte agli impegni finanziari» e «rischio di credito basso». Parliamo del rating – in sostanza il giudizio sulla capacità futura di onorare i propri impegni finanziari – assegnato dall’italiana Cerved. Nella nota che accompagna il giudizio, alcune informazioni interessanti. Per esempio sui ricavi consolidati che, come noto, sono cresciuti a 673,8 milioni rispetto ai 653,2 milioni del 2016 pur «a seguito della riduzione della funzione ambiente per circa 14,6 milioni a seguito della mancata aggiudicazione della gara per la raccolta rifiuti di Mantova». Per il 2018 «è attesa una crescita dei ricavi di circa il 15% legata al consolidamento della società 2V Energy (che è in comune con Aim) e un margine Ebitda (cioé la misura della redditività, ndr) in lieve riduzione». A proposito dell’indebitamento finanziario netto, al 31 dicembre 2017, rilevata la lieve riduzione: 239,6 milioni rispetto ai 246,5 milioni del 31 dicembre 2016, «di cui 145,1 milioni in debiti a medio-lungo termine collegati a investimenti in impianti di produzione e alla rete di distribuzione».