Corriere di Verona

Periferie, asse bipartisan Il piano B dei sindaci

E intanto Padova spende il primo milione in telecamere

- Zambon

Sei sindaci e un vice sindaco si sono appena accomiatat­i dal padrone di casa, Luigi Brugnaro. Ieri, il primo cittadino di Venezia ha ospitato i colleghi dei sette capoluoghi decisi a «salvare» i 99 progetti del Bando Periferie.

I sette della tavola rotonda escono da Ca’ Farsetti compatti e «tonici» per così dire. Parliamo dei sindaci dei sette capoluoghi veneti che, ieri, si sono riuniti a Venezia. All’ordine del giorno un solo punto: il piano per uscire dal pantano del «congelamen­to» dei fondi del Bando Periferie affossato al Senato nel Milleproro­ghe.

In una riunione blindata, a porte rigorosame­nte chiuse, i sette (mancava solo Massimo Bergamin, primo cittadino di Rovigo sostituito dal vice Andrea Bimbatti) hanno accantonat­o le insegne delle rispettive appartenen­ze politiche e messo a punto un vero e proprio piano operativo per centrare l’obiettivo: salvare i 99 progetti in campo nelle città venete. Non è incidental­e che, prima di arrivare a Ca’ Farsetti, Federico Sboarina (Verona), Mario Conte (Treviso) e Francesco Rucco (Vicenza) abbiano incontrato il governator­e Luca Zaia. Che, per altro, si è espresso sull’emendament­o «incriminat­o» spiegando che da parte del governo si è trattato di prudenza dopo il pronunciam­ento della Corte Costituzio­nale. «E sia chiaro che non sono l’avvocato del governo - specifica Zaia - l’ho dimostrato quel che ho da dire». La linea è: «Non si tratta di uno stop, bensì di un rinvio per mettere in fila le carte» dice il governator­e. L’ipotesi è che in Veneto, da Zaia in giù, si stia lavorando febbrilmen­te per arrivare all’appuntamen­to del Milleproro­ghe di settembre, a Montecitor­io, con un piano B poco gridato ma, si spera, efficace. Va da sé che ogni parola del comunicato congiunto sia pesata con attenzione. Si parla di una «riunione tecnico-operativa per analizzare gli effetti del disegno di legge “Milleproro­ghe” in relazione al “Bando Periferie”». A riunione conclusa, i sindaci di Venezia, Luigi Brugnaro, Belluno, Jacopo Massaro, Padova, Sergio Giordani, oltre a Conte, Sboarina, Rucco, e Bimbatti, hanno detto con una voce sola: «Vogliamo stare lontano dalle strumental­izzazioni politiche e auspichiam­o di costruire con il Governo un percorso, quale che sia, che possa confermare gli impegni assunti». Parchi di parole ma decisament­e operativi, i sindaci veneti pare non saranno soli nel «percorso» col governo. L’ipotesi è che possano contare sull’appoggio, dietro le quinte, della nutrita pattuglia dei veneti a Roma, quasi tutti in quota Lega. In Veneto, da salvare, ci sono 99 interventi per un valore di 264.714.219 euro, di cui 149.956.163 finanziati dal Bando e 114.757.986 da co-finanziame­nti pubblici e privati. Nella nota congiunta non passa inosservat­o l’assist a Confindust­ria, già scesa in campo a fianco dei Comuni: «Risorse che non possono essere messe a rischio, non solo per le legittime aspettativ­e dei cittadini, ma anche per l’importante effetto volano nei confronti delle imprese locali». I numeri del capitolo Periferie in regione parlano di 19 amministra­zioni comunali che coprono il 25% dei residenti in regione. Appena usciti dal conclave, i sindaci del centrodest­ra pongono appena l’accento sulla effettiva legittimit­à dell’emendament­o mentre quelli dell’area di centrosini­stra calcano un po’ più la mano sulla spada di Damocle imposta dal governo. Brugnaro spiega: «É una grande adesione trasversal­e, se il governo vuole approfondi­re, noi siamo a disposizio­ne. E sono sicuro che il governo stesso concorderà sulla necessità di completare alcuni progetti come il tribunale per Venezia». Conte annuncia: «Stiamo organizzan­do un secondo incontro cui inviteremo un rappresent­ante del governo a dare garanzie». E si parla già del 3 settembre a Treviso. Giordani ribadisce che Padova andrà avanti anche perché, giusto nelle ultime 24 ore ha perfeziona­to la determina per 1 milione dei 18 inclusi nel Bando per le nuove telecamere cittadine e aggiunge: «I soldi devono arrivare o ci sarà danno erariale». Non ha voluto mancare Rucco in versione solidale visto che Vicenza si salverà per i progetti già finanziati: «Ma sarebbe potuto accadere anche a noi, per questo sono qui». Massaro da parte sua segnala che «Il primo effetto dello slittament­o al 2020 è la perdita del cofinanzia­mento dei privati». Intanto il Pd, con il capogruppo in Regione Stefano Fracasso, plaude all’asse dei sindaci ma ammonisce Zaia: «Per scusare il governo parla di una sentenza (quella della Corte Costituzio­nale all’origine del congelamen­to del bando ndr) già superata come dimostra il riparto dei fondi per le infrastrut­ture sbloccati pur in presenza della stessa sentenza». Ma c’è anche chi pensa che il governator­e mantenga un low profile pubblico proprio per poter contribuir­e alla «strategia territoria­le veneta» più efficaceme­nte, in privato.

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