«Il Piano di sviluppo è nelle mani di Enac Nuova aerostazione, investiremo 50 milioni»
Presidente Arena, l’onorevole Gianni Dal Moro ha presentato un’interrogazione al ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli puntando sulla mancanza di un Piano di sviluppo del Catullo. Come commenta?
«Si continua - risponde Arena - a mettere il tasto sui mancati investimenti, mentre sono in linea con il Piano industriale approvato dall’Enac, che è il nostro organo di controllo. Inoltre, mi lasci aggiungere che il traffico del Catullo non è solo low cost. La verità è che per sapere come realmente va il nostro aeroporto basterebbe farsi un giro a Villafranca e visitare l’aerostazione». L’onorevole Dal Moro insiste sul fatto che non c’è un Piano di sviluppo…
«Allora, nel 2013 il cda aveva presentato all’assemblea dei soci alcuni linee guida per il rilancio della Catullo spa. Sulla base di quelle linee guida, i soci decisero di cercare un partner finanziario/industriale».
Poi è arrivata Save e quello che non si capisce è se il Consiglio di amministrazione ha approvato o meno un Piano di sviluppo. Ci può chiarire questo aspetto?
«Il Piano di sviluppo è stato approvato dal cda nel 2015, inviato all’Enac e solo adesso, a distanza di più di un paio di anni, l’istruttoria pare volgere al termine. Stiamo aspettando l’ultima autorizzazione di Enac per poi fare il bando di gara per costruire la nuova aerostazione. Mi auguro che si possano avere i documenti per settembre» Come mai, presidente Arena, un iter così lungo?
«Servono autorizzazioni, dalla Valutazione d’impatto ambientale all’urbanistica, oltre al fatto che la società è stata impegnata nella progettazione definitiva ed esecutiva del progetto di rifacimento dell’aerostazione. E quando si parla di infrastrutture in Italia questi sono i tempi minimi delle procedure». Quanto ci vorrà per vedere completata la nuova aerostazione?
«Stimiamo servano almeno quattro anni. Stiamo parlando del raddoppio dell’aerostazione e di un investimento, da parte di Catullo, di almeno 50 milioni di euro».
Non è vero che il traffico aereo del Catullo è solo low cost