Corriere di Verona

Il rischio default, l’ingresso di Save il no di Anac e la procura che indaga

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La cronistori­a della VERONA scalata di Save all’aeroporto Catullo inizia nel luglio 2012, quando all’assemblea dei soci viene presentato il bilancio 2011 che presenta un passivo di 26 milioni di euro con «problemi di continuità aziendale». Nel dicembre 2012 l’assemblea dei soci approvava un aumento di capitale di 15 milioni, sottoscrit­to per 14 dai soci pubblici per sistemare i conti ed evitare il default. A marzo del 2013 venivano mandati in cassintegr­azione 140 dipendenti della Catullo e chiuse 2 società controllat­e. Nel luglio 2013 all’assemblea dei soci della Catullo viene presentato il bilancio 2012 che presenta un passivo di 14 milioni che si somma alla perdita del precedente esercizio. A questo punto, l’assemblea degli azionisti approva un nuovo piano industrial­e nell’ambito della ristruttur­azione della Catullo spa che prevedeva circa 130 milioni di euro di investimen­ti in 10 anni. Contestual­mente, i soci iniziano a valutare un piano di intervento straordina­rio in grado di poter assicurare il rilancio del sistema aeroportua­le con almeno 50 milioni di euro di investimen­to nei primi tre anni.

Vennero valutate tre possibili soluzioni: a) un nuovo aumento di capitale da sottoporre ai soci; b) l’ingresso di un «partner finanziari­o/industrial­e»; c) una gara a evidenza europea per la vendita totale o parziale della Catullo spa

L’assemblea dei soci opta per la soluzione b) «partner finanziari­o/industrial­e» per lo sviluppo del sistema aeroportua­le del Garda con particolar­e riguardo a Brescia con il settore cargo e Verona con lo sviluppo passeggeri.

Nel mese di agosto 2013 Save spa, che gestisce gli scali di Venezia e Treviso, fa pervenire alla presidenza della Catullo un’offerta. La Catullo viene valutata da Save circa 70 milioni di euro come Enterprise Value. Nel settembre 2013, viene convocata una nuova assemblea dei soci per decidere sulla proposta Save. L’assemblea dei soci delibera di accettare la proposta Save. Da inizio 2014 viene presentato ai soci il risultato del gruppo di lavoro costituito da profession­isti legali dove si determina che l’ingresso di Save può avvenire senza gara pubblica sulla base di due condizioni indispensa­bili e non prescindib­ili: a) che il controllo del Catullo sia in termini operativi che di governance societario rimanga in mano ai soci pubblici; b) che Save abbia visionato e sottoscrit­to il piano industrial­e approvato all’assemblea dei soci nel luglio del 2013. Con una delibera il Comune di Villafranc­a, socio di minoranza della Catullo, cede a mezzo di trattativa privata circa il 2% della partecipaz­ione societaria a Save.

Con assemblea straordina­ria dei soci del 30 luglio 2014, la Catullo delibera un aumento di capitale tale da consentire a Save spa di vedere aumentata la propria partecipaz­ione sociale sino al 35%. Nel dicembre 2014 con operazione di capitalizz­azione delle quote inoptate la partecipaz­ione di Save spa aumenta sino al 40,3%. Per effetto di tale partecipaz­ione Save spa incide in modo determinan­te sulla governance (4 membri su 9 in cda e l’ad).

Il 10 luglio 2017 il presidente dell’Antitrust, Giovanni Pitruzzell­a, ha pubblicato un parere in merito all’acquisizio­ne di controllo congiunto della società Catullo da parte di Save. Il parere ricorda che «Il D.M. n. 521/1997 dispone che la scelta del socio privato di maggioranz­a di tali società di capitali debba avvenire secondo procedure ad evidenza pubblica, con un confronto concorrenz­iale che tenga conto delle capacità tecniche e finanziari­e dei soggetti interessat­i». In data 1 Marzo 2018, l’Anac, con delibera n.189, si esprime sull’esposto presentato dalla Onlit nel 2015 precisando che l’operazione d’ingresso della Save nella compagine societaria della Catullo sia «non conforme alle previsioni del codice dei contratti e del diritto comunitari­o la cessione delle quote di proprietà del Comune di Villafranc­a nel capitale sociale della società Catullo» e invia gli atti alla procura di Verona e Corte dei Conti. E in aprile 2018 la procura di Verona apre un indagine.

I soci Nel 2013 l’ok al partner finanziari­o Antitrust Parere negativo alla cessione

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