Mercato chiuso, la rivoluzione Hellas adesso è realtà
Souprayen e Boldor via all’ultimo giorno. Ma in rosa rimangono Cherubin, Fossati e Cappelluzzo
Il vento del cambiamento ha soffiato con forza sul Verona. L’ha fatto fino alla chiusura del mercato estivo, avvenuta ieri, all’hotel Melià di Milano. L’elenco dei movimenti in entrata e in uscita effettuati dall’Hellas è ampio; i numeri che ne risultano dicono di una rivoluzione, attuata dal ds Tony D’Amico.
Dopo tutte le operazioni realizzate, non c’era bisogno di molto altro: organico ricostruito rispetto a quello del Verona che è caduto in Serie B, novità in tutti i reparti, con degli investimenti cospicui (a cominciare dai 2.5 milioni di euro per il cartellino di Di Carmine) e molti contratti a lunga scadenza. Una programmazione impostata sul presente ma che vuole, nei progetti, impostare anche l’Hellas del prossimo futuro. Nelle ore che hanno portato al gong, così, il Verona si è limitato a poche mosse. Nella tarda mattinata è arrivata dalla Francia l’ufficialità del trasferimento di Samuel Souprayen all’Auxerre. Cessione a titolo definitivo, per il terzino, per un’operazione-lampo, decollata nel giro di poco tempo. Prima il contatto con il club, dopo l’assenso alla cessione, di seguito le visite mediche e la firma. Souprayen lascia il Verona: con l’Hellas ha giocato per tre stagioni, totalizzando 90 presenze. Ma D’Amico, soprattutto, era concentrato verso altre direzioni. Ossia, nel tentativo di accorciare il monte ingaggi dell’Hellas, trovando una sistemazione per Nicolò Cherubin, Marco Fossati e Pierluigi Cappelluzzo. Per il difensore non si sono presentate possibilità concrete: l’ingaggio elevato (460 mila euro netti) ha fatto da deterrente. Lo scambio ipotizzato con il Foggia era già saltato, tant’è che nel giro con la società rossonera è entrato Deian Boldor, con il Verona che ieri ha formalizzato l’arrivo di Alan Empereur: triennale per lui, che ha iniziato subito ad allenarsi con l’Hellas al centro sportivo di Peschiera del Garda, prima che venisse data l’ufficialità dell’affare, grazie al nulla osta concesso dal Foggia. Quanto a Fossati, anche il regista ha preferito restare al Verona e non prendere in considerazione le richieste che gli sono state presentate.
L’Hajduk Spalato si era fatto avanti con buoni argomenti per il centrocampista, poco attratto, tuttavia, da un trasferimento all’estero. Lo Spezia era un’idea che si è spenta presto; dopo è stata imbastita una trattativa con il Livorno, pronto a mettere sul tavolo un biennale per Fossati, infine c’è stato un sondaggio del Brescia.
Proposte che non hanno convinto il centrocampista, che però, ora, rischia di avere pochissimo spazio nel Verona. Discorso che vale ancor di più per Cappelluzzo, che ha detto di no, una volta di più, alla Triestina, benché ci fosse la prospettiva di ritrovare Massimo Pavanel, allenatore che ha valorizzato il centravanti ai tempi della Primavera dell’Hellas che raggiunse, nel 2015, la finale del torneo di Viareggio. Medesimo rifiuto rivolto al Novara: questione di categoria, con Cappelluzzo che ha deciso di non scendere in Serie C e di provare a giocarsi delle carte a Verona. D’Amico non ha gradito, ma il punto di vista di Cappelluzzo non è variato.
Restava aperto il rebus Pazzini: stipendio maxi (1.35 milioni al netto: al lordo fanno 2.7), per il capitano. Piena fiducia nelle sue capacità tecniche, ma il nodo restava aperto per un aspetto per intero di natura economica. Di offerte reali, per il «Pazzo», non ne sono pervenute, il Verona, in attacco continuerà con lui e Di Carmine. Si riparte così: domenica c’è il derby con il Padova.